L’AQUILA – Questa mattina a L’Aquila, davanti alla sede del Consiglio Regionale, conferenza stampa dei rappresentanti delle associazioni ambientaliste e animaliste per fare il punto sulle azioni messe in atto contro la delibera ammazza-cervi votata dalla Regione Abruzzo. L’ordinanza del TAR Abruzzo che non ha accolto la richiesta di sospensiva della delibera presentata dalle associazioni LAV, LNDC Animal Protection e WWF Italia è stata sicuramente una profonda delusione per i proponenti, ma anche per i tantissimi abruzzesi che si aspettavano da parte della magistratura amministrativa uno stop alla scelta della Regione.

L’ordinanza, come del resto già l’ISPRA, ha definitivamente cancellato ogni possibile dubbio sul fatto che la scelta di aprire la caccia al cervo sia una scelta politica della Giunta Marsilio. Non vi sono ragioni legate ai danni o rischi di incidente stradali, ma solo la volontà di far cacciare i cervi come richiesto da anni dalle parti più retrive del mondo venatorio. Finora la Regione Abruzzo aveva detto di no: con la delibera n. 509 dell’8 agosto 2024, la Giunta Marsilio ha inteso prendersi la responsabilità di far cacciare i cervi, compresi i piccoli appena nati. E lo ha fatto nel peggiore dei modi, stabilendo persino un tariffario per ogni capo ucciso da pagare agli Ambiti Territoriali di Caccia, gestiti dai cacciatori che poi sono gli stessi che hanno fatto la maggior parte dei monitoraggi sui cervi.

Le associazioni hanno annunciato che tenteranno anche l’ultima carta appellandosi al Consiglio di Stato chiedendo, attraverso una procedura d’urgenza, di riformare l’ordinanza del TAR Abruzzo. Ma il tempo è ormai veramente poco, lunedì 14 ottobre il Presidente Marsilio, a meno che non sospenda in extremis la delibera di agosto, darà il via alla strage dei cervi. Una pronuncia favorevole del Consiglio di Stato perlomeno limiterebbe i danni.

Non è stata nemmeno accolta la mozione proposta dalla minoranza del Consiglio Regionale che chiedeva la revoca della delibera che aprirà la caccia al Cervo in Abruzzo, nella discussione di ieri in terza commissione è stata, infatti, respinta con 18 voti contrati e 12 favorevoli.

Questo orientamento della Regione Abruzzo è stato oggetto di critica da parte di tantissimi abruzzesi e non solo. Più di 134.000 persone hanno sottoscritto una petizione on line per fermare la strage dei cervi, altre 60.000 hanno scritto direttamente al Presidente Marsilio sempre per chiedere lo stop alla caccia. Tantissime personalità del mondo della cultura e dello spettacolo, le cooperative del turismo naturalistico, ricercatori e naturalisti, persino voci importanti della stessa maggioranza politica che sostiene Marsilio si sono uniti all’appello per salvare i cervi.

“Non abbiamo intenzione di fermarci – concludono le Associazioni – proveremo ancora la carta del ricorso al Consiglio di Stato. E comunque non vogliamo dispendere la mobilitazione, l’impegno, e lo straordinario patrimonio di conoscenze che questa campagna ha messo in moto. La fauna abruzzese, e più in generale la fauna italiana, sta subendo un attacco senza precedenti. Le regole basilari della protezione ambientale vengono messe in discussione. Ma il mondo ambientalista e animalista non è intenzionato a lasciare la vita degli animali in mano ai cacciatori e a quei politici che, dimenticando che la fauna è un bene comune di tutti, pensano di gestirla come posta di scambio elettorale. Ringraziamo tutte le persone che ci hanno sostenuto in questa campagna in difesa del Cervo in Abruzzo e le invitiamo a continuare l’impegno in difesa dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali come sancito dalla Costituzione”.