TERAMO – Finito nel nulla il Project Financing della Pizzarotti per la realizzazione del nuovo ospedale a Teramo in località Piano D’accio , la ASL di Teramo, per bocca del suo facenti funzioni di Manager Generale, continua a fare dichiarazioni a favore di detta procedura, in attesa di nuove proposte da parte di nuove imprese o della stessa Pizzarotti con una struttura ex novo. La ASL di Teramo persevera con tali procedimenti, nonostante ”la sola” presa con l’operazione parcheggi, dove ci ha rimesso mezzo milione di euro, con metà struttura ancora da completare . Il tutto a distanza di circa tre anni, da quando a livello regionale si è iniziato a parlare di un riordino sanitario ospedaliero a favore di ospedali unici provinciali, al fine di ridurre i costi di gestione e migliorare la qualità dei servizi con specifiche strutture di secondo e primo livello ben definite. Ad oggi purtroppo ci tocca constatare che detta riforma è ancora in alto mare; rimanendo cosa certa che nessuno dei quattro nosocomi esistenti verrà smantellato a Teramo, sin da subito su iniziativa della ASL è partita la proposta operativa di una nuova struttura ospedaliera, senza prima attribuirle la funzione di primo o di secondo livello. Allo stato dell’arte, noi sosteniamo che prescindendo dalla funzione, sia essa di secondo o di primo livello, l’eventuale nuova struttura non può essere che localizzata a Villa Mosca. Sosteniamo questa tesi per una serie di ragioni :
– prima di tutto perché il sito scelto a suo tempo da chi volle realizzarci il Mazzini è il sito più salubre del territorio comunale, vedasi la preesistenza da inizio Novecento del “Sanatorio”.
– Il Mazzini è facilmente raggiungibile da più vie: da via San Marino, da via Flaiani, da Ovest la Strada dell’Università, e non per ultima da la cosiddetta “Strada Castellani” ad est, pur se ancora da
completare nell’ultimo tratto, a differenza di Piano D’Accio dove vi sarà una sola via di accesso con una Teramo-Mare priva di corsie di emergenza . Nell’ area sono state realizzate tutte le strutture a servizio, eliporto, parcheggi all’aperto e al chiuso, per realizzare il quale è stata demolita una meravigliosa collina alberata .
– I due lotti che costituiscono il Mazzini, checché ne dicano i detrattori nonostante tutti i terremoti verificatisi in oltre 40 anni di esercizio, ad oggi non sembrano aver subito danni strutturali neppure alle tamponature, solo qualche crepa agli intonaci ai piani a raso e sotterranei come dimostrato in un servizio tv dal Manager Generale Facenti Funzioni , facendoli passare per chissà quali disastri .
– Al momento alla pubblica opinione non è stato reso noto nessuno studio sui reali rischi sismici di tutta la struttura esistente, ma solo propagandati degli indici teorici che spesso non hanno riscontro con la realtà dei fatti, sia nel senso di cedimenti, che di tenuta in caso di forti scosse sismiche .
– Va ricordato che il finanziamento di 81,5 milioni di euro dal Ministero della Sanità fu stanziato per adeguare a sicurezza sismica tutti e quattro i nosocomi provinciali: Atri, Giulianova, S. Omero e Teramo, con una spesa di circa 20 milioni di euro cadauno, poi dirottati dalla Regione Abruzzo al finalità della realizzazione del nuovo ospedale di Teramo. A questo punto ci sorge spontanea la domanda: con quali risorse verranno realizzate la messa a norma dell’esistente, visto che le strutture dovranno continuare a svolgere la stessa funzione nel futuro? Nell’immediato si sta operando in merito?
?- Unico problema reale a nostro avviso è l’adeguamento del Mazzini alla modernità operativa e alla funzionalità in rapporto alle nuove esigenze dell’utenza. Constatiamo che ad oggi non ci è mai stato dato sapere di studi specifici, fatti da apposita commissione di tecnici specializzati, con relative relazioni, sul rapporto dei costi – convenienza tra realizzare una struttura ex novo e ristrutturare con i dovuti adeguamenti l’esistente. La non convenienza a ristrutturare l’esistente ad oggi è stata solo propagandata a parole dai dirigenti ASL senza nessuna documentazione reale di appoggio.
– Al fine di evitare un ulteriore depauperamento dell’area urbana della Città Capoluogo con nuovi disastri economici e sociali collettivi e per scongiurare il ripetersi di siti di archeologia ospedaliera,
vedansi Ex Mazzini di Viale Crucioli, Ex Dermatologia di Corso Porta Romana, non per ultimo l’ex Psichiatrico di Circonvallazione Ragusa, che occupano più di un terzo del Territorio cittadino ed
ulteriore consumo di territorio, riteniamo che il nuovo ospedale vada costruito sullo stesso sito dove attualmente insiste il Mazzini. Se è conveniente, si propone di ristrutturare l’esistente,
altrimenti la soluzione più saggia è abbattere e ricostruire in loco ex novo, naturalmente demolendo un lotto alla volta mentre l’altro resta in esercizio.
– Evidenziamo inoltre che nell’area di Villa Mosca vi sono spazi di proprietà della ASL o del Comune in abbondanza per edificare nuovi padiglioni, al fine di ampliare i posti letto qualora non sia conveniente e opportuno abbattere la struttura attuale – Antonio Topitti Presidente comunale Confesercenti promotore e membro del Comitato “NO ALLA DISLOCAZIONE DEL MAZZINI”