L’AQUILA – A pochi mesi alle elezioni regionali è tempo di bilanci: il governo Marsilio deve essere valutato sulla differenza tra quanto promesso nel suo “Programma di mandato” e quanto effettivamente realizzato. La risposta è purtroppo semplice, basta sfogliare il documento: la gran parte degli impegni programmatici sono rimasti lettera morta.
Non sorprende pertanto che l’Abruzzo di oggi sia oggettivamente peggiore rispetto a cinque anni fa. La regione arretra e gli ultimi indicatori statistici disponibili (Istat e Svimez) mostrano un Abruzzo che arranca, con un sistema economico in oggettiva difficoltà in quanto a valore aggiunto e con una decrescita veloce e considerevole. Male l’agricoltura, male l’industria, male i servizi, malissimo le costruzioni. Aumentano povertà e disagio sociale, i giovani vanno via alla ricerca di miglior sorte, la popolazione invecchia e diminuisce più della media italiana. La sintesi di tutta l’incapacità del governo regionale è il progressivo declino della produttività (prodotto per occupato), un declino strutturale che continuerà se continuerà l’inconcludente gestione marsiliana.
Ancora più drammatica la situazione delle aree interne, stante la mancanza di politiche regionali di sostegno e sviluppo. La Sanità aquilana è in corso di smantellamento, mentre il Capoluogo è stato tagliato fuori da ogni rilevante opera infrastrutturale, completamente emarginato dalle grandi direttrici della mobilità. Dimenticato un territorio vasto, popolato e produttivo come la Marsica: dopo cinque anni di promesse, registriamo un nulla di fatto sul fondamentale impianto irriguo del Fucino a sostegno di una filiera agro-alimentare di enorme importanza attuale e prospettica, per non parlare del rilancio del Tribunale. La ferrovia Roma-Avezzano-Pescara, una delle opere principali promesse da Marsilio, è l’oggetto di sfavillanti convegni e continue promesse, ma i fatti sono molto diversi. I fatti sono che l’opera è stata recentemente esclusa dal PNRR, e con le poche risorse disponibili sarà possibile velocizzare solo la tratta Pescara-Interporto di Manoppello (ovviamente è un caso che si parta dalla costa). Le aree interne devono accontentarsi dei convegni e delle promesse, attendere il reperimento di ingenti risorse sostitutive (mancano 12miliardi di euro), operazione difficile in tempi di magra della finanza pubblica. Dopo cinque anni di nulla l’opera, se mai si farà, sarà comunque una responsabilità del prossimo presidente. Marsilio ha quindi mancato pure un altro obiettivo prioritario del suo Programma, ovvero l’attivazione del grande corridoio tirreno-adriatico della mobilità, e l’Abruzzo ora rischia l’emarginazione dai grandi flussi europei merci e passeggeri verso gli importantissimi mercati asiatici.
La Sanità regionale è nettamente peggiorata negli ultimi anni e ne sanno qualcosa le migliaia di nostri concittadini costretti a curarsi in privato o in altre regioni a causa di vergognose liste di attesa. Fallimentare pure la gestione della risorsa acqua, con reti colabrodo che in Abruzzo disperdono il 40%, molto di più della media nazionale, dove la Regione non è riuscita a realizzare alcuna efficace ed organica programmazione di investimenti e manutenzioni nonostante le ingente linee di finanziamento disponibili. Zero di fatto pure sull’altra grande priorità programmatica di Marsilio: la riduzione delle tasse…chi l’ha vista?
L’elenco delle promesse non realizzate è drammaticamente lungo…le poche cose in cantiere, come qualche investimento sui porti e l’allungamento della pista dell’aeroporto di Pescara, sono dovute alle risorse di masterplan recuperate dalla precedente Giunta.
Il Governo regionale si è dimostrato semplicemente incapace di governare, ha fallito tutti gli obiettivi rilevanti del suo stesso Programma ed ha fatto una politica di grandi promesse e piccolo cabotaggio perché non è riuscito a fare altro, né ha minimamente aiutato la sintonia politica con il Governo Meloni.
Ripartiamo dalle prossime elezioni per dare alla Regione la classe politica che merita, in grado di riportare un Abruzzo oggi deragliato sul sentiero virtuoso di uno sviluppo solido, equo, sostenibile – Gianni Padovani (Consigliere comunale dell’Aquila) –