TERAMO – Mi corre l’obbligo inviare il presente comunicato, a seguito del mea culpa dell’Assessore Di Bonaventura, in merito alla mala gestione del verde pubblico.

Premesso che, le ammissioni di colpa fanno sempre onore al reo confesso, tuttavia – in questo caso – giustificare la propria inefficienza con la scarsità di risorse è oltraggioso e poco rispettoso nei confronti dei contribuenti. Ricordo all’Assessore che – lo scrivente – si rese protagonista (con non poche polemiche, anche all’interno della mia stessa maggioranza) della revoca della gestione del verde pubblico alla Te.Am. con affidamento a ditte private, secondo il regime della rotazione degli incarichi e messa in concorrenza.

L’operazione permise all’Ente di risparmiare oltre 600 mila euro, garantendo un servizio più puntuale e capillare. Ovviamente, per ottenere un risparmio così cospicuo ed un servizio migliore, la mole di lavoro del sottoscritto e dei tecnici comunali aumentò a dismisura. Nelle frazioni ricorderanno bene che il decespugliamento stradale iniziava già ai primi di giugno con un calendario pubblico degli interventi, effettuando anche un secondo passaggio nelle località dov’era necessario. Il cittadino sapeva esattamente quando si sarebbe intervenuto nel proprio quartiere o frazione, evitando la corsa alle segnalazioni/raccomandazioni.

L’Amministrazione D’Alberto, con toni trionfali, azzerò completamente il lavoro da noi fatto, tornando ad assegnare alla Teramo Ambiente il servizio, con un aumento dei costi di oltre 700 mila euro. Ora la domanda viene spontanea. Come può succedere che, con un aumento di risorse così elevato, affidando il servizio alla Teramo Ambiente, la quale può contare su un esercito di dipendenti, la cura del verde è carente, ed in alcune frazioni addirittura totalmente assente? Come può un Assessore lamentare la carenza di risorse e di personale dopo che ha visto triplicare il capitolo di bilancio dedicato alla manutenzione del verde pubblico?

Ora, ci si può arrampicare sugli specchi in qualsiasi modo per provare a dare delle risposte, il dato di fatto – incontrovertibile – è che in passato il servizio verde pubblico veniva svolto in maniera puntuale e certosino, con soli 350 mila euro a disposizione. Oggi, con circa 1 milione di euro (tanto ci costa annualmente la cura del verde pubblico, tra quanto pattuito con la Te.Am. e gli interventi svolti dal Comune fuori convenzione) non si riesce a fare neanche l’ordinaria manutenzione.

Pertanto, Assessore Di Bonaventura, ben venga il mea culpa; tuttavia, le cause non vanno imputate alla scarsità delle risorse ed alla mancanza di personale, bensì alle proprie errate scelte politiche ed alla mancanza di programmazione e controllo. Concludo, suggerendo all’Assessore di mettersi a lavoro fin d’ora per programmare gli interventi del verde pubblico nelle scuole, al fine di consentire ai bambini di poter usufruire degli spazi esterni fin dal primo giorno – Rudy Di Stefano