TERAMO – Il dibattito sul nuovo Ospedale a Teramo è sempre aperto e acceso. Sulla vicenda Cittadinanzattiva Abruzzo invia una lettera aperta al Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, al Manager della Asl di Teramo Roberto Fagnano, al Presidente della Provincia Diego Di Bonaventura, all’Assessore Stefania Di Padova e al Presidente della Commissione comunale speciale sulla sanità Vincenzo Cipolletti.

Gentilissime/i,
da alcuni mesi leggiamo che si è acceso il dibattito attorno alla ipotesi di costruzione del nuovo Ospedale di
Teramo ed alla sua collocazione.
Sappiamo, è inevitabile, che un progetto di questo genere non potrà non portare allo svilupparsi di fenomeni
speculativi urbanistici tipici di questo tipo di iniziative.
Ma non è su questi aspetti che intendiamo soffermarci, anche se sarà opportuno tenerli presenti sullo sfondo.
Ciò che ci interessa sottolineare e sollecitare è che una scelta di questo tipo non può non implicare il
coinvolgimento dei cittadini.
Ci pare, tuttavia, che questo stia avvenendo in modo spontaneo e, per questo, molto poco produttivo ai fini
di una scelta realmente consapevole; si stanno ingenerando confusione e false aspettative.
Già in passato abbiamo avuto modo di sottolineare a Codesta Amministrazione Comunale che dovrebbe
essere lei a guidare i processi di coinvolgimento delle formazioni sociali dotandosi di uno strumento stabile
di consultazione delle istanze cittadine ed abbiamo proposto di sposare, è un’ipotesi, il modello dell’Urban
Center, che non è un Centro Sociale (cioè un luogo fisico nel quale riunirsi) ma è l’insieme di tutte le
Associazioni e formazioni sociali disponibili, coordinate da un Consiglio Scientifico e da un Presidente
liberamente eletto. Un organismo del quale il Comune dovrebbe essere “socio promotore” e fondatore,
Urban Center o meno, non ci pare che il dibattito si stia espletando nel migliore dei modi e
questo perché i cittadini che lo hanno avviato stanno vedendo le Amministrazioni come “controparte delle
Associazioni che li rappresentano; mentre uno dei fondamentali attori pubblici, la ASL, non si pronuncia e
resta totalmente estranea alla vicenda, rendendo il dibattito monco e praticamente inutile. Anche la Regione,
poi, si muove del tutto autonomamente, cosi ci sembra, e propone piani regionali che avrebbero dovuto
prima essere discusse, se possibile, condivisi almeno con le Amministrazioni interessate ma anche con le
Associazioni maggiormente rappresentative
Non solo, ma, almeno per quello che le notizie giornalistiche riportano, le Associazioni teramane si stanno
muovendo in carenza di studi preliminari obiettivi e complessivi che mettano a confronto le diverse ipotesi
sulla base di una seria analisi della accessibilità in genere dei luoghi, a cominciare da quella del cantieri
ipotizzati, della mobilità urbana, di analisi costi/benefici assolute e su possibili e diverse ipotesi di
coinvolgimento del privati (non esiste soltanto il project financing ma anche, ad esempio, il leasing in
costruendo).
Ci parrebbe perciò corretto suggerire che il Comune assuma senza ulteriori indugi l’iniziativa ed insieme alla
ASL comincino, a brevissimo, un percorso comune e trasparente e realizzino e propongano il prima possibile
alla cittadinanza (il coinvolgimento, ripetiamo, lo riteniamo necessario) studi tecnici realizzati sulle aree
ipotizzabili. Questo per poter operare INSIEME e con cognizione di causa, la scelta più idonea.
Un principio di carattere generale che dovrebbe essere tenuto in conto dalla ASL, in forza della sua natura
territoriale provinciale, ed anche da parte del Presidente della Provincia e dell’Ente Regione, è quello, in
particolare, di considerare che allontanare dalle zone interne un presidio fondamentale come l’ospedale,
significherebbe intensificare il fenomeno dell’abbandono. Questo anche per facilitare quella prossimità dei
servizi che dovrebbe sempre più svilupparsi sul territorio insieme con il tessuto delle farmacie, dell’assistenza
a domicilio, ecc..
La sicurezza sismica (e non solo) è, inoltre, un altro principio generale che non può più essere trascurato e
rinviato stante la situazione di rischio imminente nella quale la nostra zona versa (lo dicono le dichiarazioni
del Presidente dell’INGV). C’è necessità di un’azione sollecita che, porti a stabilire la riutilizzabilità di ciò che
delle attuali strutture potrebbe essere ristrutturato con il posizionamento in esse, di servizi che attualmente
mancano sul territorio o hanno necessità di essere riposizionati
Ci pare, quindi, sia giunto il momento che le amministrazioni, Comune in testa, rompano gli indugi e siano
sollecite nel commissionare e predisporre gli studi preliminari e nel condividerli subito dopo con i Cittadini,
Parimenti e contemporaneamente, ci aspettiamo di leggere e discutere circa le prospettive di rilancio della
sanità teramana, che oggi non brilla certo, sia nel programmi della ASL che in quelli della Regione Abruzzo e
ci aspettiamo che questo avvenga pubblicamente in nome del principio della trasparenza.
Insomma l’invito di Cittadinanzattiva Teramo è che il Comune assuma il ruolo di capofila e si eliminino le
incertezze e le attese più o meno “strategiche”, che si comincia lavorare concretamente alle diverse ipotesi
dando innanzi tutto la parola agli studi di un tavolo tecnico plurale che coinvolga anche gli Ordini
professionali.
Restiamo in attesa di conoscere gli intendimenti delle Amministrazioni.

CITTADINANZATTIVA ABRUZZO