Ma si, va bene, scriverò anche di Roseto e del dono che il cielo ci ha fatto. Tomasso cutarolo si candida per il bene del popolo e volontà di Draghi.
Ma due notizie oggi si impongono. La prima: Quagliariello & consoci teramani questa settimana non hanno cambiato partito. Ed è già una notizia che ha del clamoroso! La seconda è che questa sera alle 18,00 Mosciano sarà presentato “Strada facendo”. Per giorni si è lasciata trapelare la notizia che a presentarlo sarebbe stato l’Autore, Claudio Baglioni. Ma ad essere presentato non è il fortunato disco evergreen della musica italiana, che cantiamo tutti, tutte le estati dal 1981. E’ invece un libro dal titolo spudoratamente copiato. Si può fare? Si può usare un titolo di Claudio Baglioni? O gli autori dell’uso indebito saranno denunciati? Evidentemente si può fare, visto che a presentare il libro, in un appuntamento da non perdere, di quelli che fanno storia, è l’avvocato Pierangelo Guido Kafka, esperto di diritto, poeta romantico, amatore del bello, viveur, di lingua giuliese, responsabile della Fondazione Magna Charta, mica micio micio baubau.
Pierangelo Guido Kafka, è autore di libri di grande successo, come “Costantini Die Verwandlung” (La metamorfosi di Costantini), “Mastropinocchien Der Prozess” (Il processo a MastroPinocchio) e Cazzaten Das Schloss (Il castello di MastroPinocchio e la sinistra complice). I suoi testi sono pregni di temi, presentando personaggi in preda all’ angoscia esistenziale, labirinti mentali e trasformazioni mistiche. Uno dei suoi personaggi più noti è uno che crede di essere sindaco ma non comanda nulla, vive il senso di smarrimento e di angoscia di fronte all’esistenza saltando da una parte all’altra. Copia gli ombrelli ma li mettemale, copia la ruota ma è nana come lui, si sente londinese ma non parla manco l’italiano. Pierangelo Guido Kafka descrive alla perfezione i suoi personaggi nell’”allegorismo vuoto”. Come ogni autore allegorico, Pierangelo rappresenta una vicenda per “dire altro”. Quando parla di “Strada facendo” parla dunque di una città spenta, grigia, sporca, mafiosa, violenta nel suo vuoto, muta, con un popolo che non parla, non reagisce, è sottomesso. Una città “altra” da quella da lui sognata. Ma questo “altro” resta indecifrabile e dunque indicibile. Secondo molti, parlando di “Strade da fare” Pierangelo vuole forse rappresentare la solitudine, e il senso di diversità, delle persone serie, tante, tantissime, che ci sono nella sua città, e la loro estraneità dalla città attuale piegata e stuprata, il senso di colpa di chi ha creduto nei comici al potere, e l’impotenza nell’avvertire la mancanza di una guida contro il quotidiano degrado.
E questo dolore straziante esce fuori quando il nostro cancella il suo più celebre personaggio allegorico, lo scarafaggio umanoide de La metamorfosi, e lo sostituisce con uno personaggio immaginario, kafkiano che popola la sua città, nel racconto Der Verschollene (Il disperso).
Nella presentazione di “Strada facendo” il nostro racconta di un personaggio giuliese che cancella dal suo cervello le parole “rispetto”, “coerenza”, “onestà”. Tutto è legittimo. Tutto è tollerato. Perché tutto si può dire, tutto si può fare, tutto si può azzannare, e tutto si può azzerare anche nell’arco di pochissimi giorni. Tutto viene accantonato da uno spregiudicato trasformismo. Chi lo osserva è complice perché indifferente. Tutto scompare. Tutto si può dire e tutto si può smentire nell’arco di pochissimi giorni. Tutto è destituito di ogni fondamento e tutto è virtuale perché può essere accantonato nell’arco di poche ore .
Tutto è solo un finzione. Un racconto che poi viene sistematicamente negato da ciò che concretamente viene perseguito.
Oltre ai furbetti del cartellino, i mascalzoni della mascherina, i portaborse a pecorina, le segretaria biondina, i personaggetti con la cocaina, abbiamo i cittadini ebeti, guardoni della cavallina.
Mi accorgo tardi che il libro “Strada facendo” però, non è scritto dal nostro Pierangelo ma da un certo Quagliariello. E per sentire cosa racconta veramente lo andrò a sentire.