TERAMO – “Apprendiamo con stupore l’ennesimo cambio di strategia del nostro Presidente della Provincia Diego Di Bonaventura rispetto al futuro del comprensorio montano di Prati di Tivo e Prato Selva”, dichiarano i consiglieri provinciali del gruppo ‘La Casa dei Comuni’ Mauro Scarpantonio (Capogruppo), Graziano Ciapanna, Graziella Cordone e Luca Lattanzi.
“Infatti nell’ultimo Consiglio Provinciale il nostro gruppo e quello di ‘Italia Viva’ avevano chiesto, da un lato di costituire un tavolo di monitoraggio sui lavori, pari a euro 4.000.000, come alla delibera Cipe n.12 del 28 febbraio 2018 ‘eliminazione dei punti neri e miglioramento dell’accessibilità stradale agli impianti sciistici teramani di Prati di Tivo. s.p. n. 43 di Pietracamela, e Sp 43’ in cui, pur essendo decorsi due anni, siamo in una fase del nulla (nessuna progettazione predisposta o approvata); dall’altro lato di costituire un tavolo programmatico sulla valorizzazione del comprensorio Prati di Tivo e Prato Selva insieme ai sindaci dei rispettivi Comuni”, prosegue la nota del gruppo consiliare.
“Purtroppo entrambe le proposte sono state bocciate dal Presidente a cui piace essere un organo monocratico, senza coinvolgere l’organo consiliare. Tutti hanno potuto assistere ad un Consiglio Provinciale in cui il Presidente non ha detto nulla sia sulle soluzioni a breve, come in particolare la riapertura degli impianti per la stagione estiva, sia su una programmazione a medio lungo termine del nostro comprensorio – incalzano i consiglieri de ‘La Casa dei Comuni’ – Lo stupore di oggi è causato dal fatto che, a distanza di due settimane dal Consiglio Provinciale, ci ritroviamo con un Bilancio 2020 della GST approvato dal Presidente con una perdita di esercizio di euro 880.000, con l’aumento dei debiti verso fornitori di euro 266.000 e con un patrimonio netto che, ante Di Bonaventura era di 2.462.801, con Di Bonaventura in due anni è di euro 342.098,00”.
“Anche se il bilancio è stato approvato dal liquidatore il 12 marzo 2021 il Presidente è stato attento a non riferire nulla sull’evoluzione negativa dei numeri della GST. Ci aspettavamo che Di Bonaventura ci dicesse qualcosa sulla disparità di trattamento da parte della Regione Abruzzo rispetto agli altri comprensori sciistici, come ad esempio il finanziamento regionale di euro 250.000,00 per il Comune di Scanno nel mese di dicembre 2020 per contribuire all’acquisizione del complesso infrastrutturale del bacino sciistico di Collerotondo che servirà per sostenere l’acquisto, da parte del Comune, del complesso del bacino sciistico di Scanno che da 14 anni era gestito a fasi alterne fino a divenire completamente inattivo, causando al territorio un grave danno economico e occupazionale – puntualizzano Scarpantonio, Ciapanna, Cordone e Lattanzi – Ci aspettavamo che il Presidente ci dicesse qualcosa sul futuro della seggio-cabinovia di proprietà della Provincia di Teramo data in concessione attualmente a titolo gratuito alla GST, poiché la Provincia da due anni non ha mai determinato il canone di concessione, l’unica notizia che è stata appresa è che l’attuale gestore corrisponde per l’utilizzo di tutti gli impianti presenti sulle due stazioni un canone di euro circa 15.000 per il 2020 e di euro 25.000 circa per il 2019. Ci aspettavamo che il Presidente ci dicesse del futuro della Gran Sasso Teramano ed in particolare sulla voce di corridoio di una possibile vendita delle quote societaria da parte della stessa Provincia, attraverso un bando pubblico e un progetto industriale di lunga durata invece apprendiamo dalla stampa l’assenso della Provincia alla proposta di acquisto ad euro 900.000,00 previa procedure di bando pubblico, quando un minuto prima la stessa Provincia aveva approvato un bilancio in cui gli immobili destinati alla vendita hanno un valore contabile di euro 1.840.000,00. In un minuto gli impianti si sono deprezzati della metà del loro valore”.
“Il gruppo de ‘La Casa dei Comuni’ è preoccupato per il futuro del comprensorio e vuole rendere pubbliche almeno ‘due preghiere’ da rivolgere a tutti gli attori istituzionali: la prima è che nel bando di vendita degli impianti sia previsto il divieto di delocalizzare gli impianti rispetto al nostro comprensorio montano di Prati di Tivo e Prato Selva e la seconda che l’acquirente oltra ad una proposta economica faccia anche un progetto di sviluppo e rilancio del comprensorio. Il rischio è che nel breve futuro anche la seggio-cabinovia costata circa 12.000.000 di euro faccia la fine degli altri impianti, in cui veda sminuire il suo valore e vada in disuso – conclude la nota – Facciamo infine una domanda al Presidente Di Bonaventura: chi gestirà la Cabinovia della Provincia nella riapertura degli impianti nell’imminente stagione estiva?”.