TERAMO – Promettono battaglia i titolari delle attività di somministrazione di bevande a Teramo. Dopo i controlli anti Covid avvenuti nell’ultimo week end da parte della Polizia Locale gli esercenti hanno deciso di alzare la voce, questa volta tutti uniti. La richiesta è un incontro ufficiale e urgente con il Sindaco Gianguido D’Alberto e l’Assessore Antonio Filipponi.

I baristi hanno creato un gruppo WhatsApp e sono almeno una quindicina, per ora, coloro che hanno aderito. C’è Danny Nocco del Beer Bang, Giulio Mercante del Des Artistes, Sergio Bruno del Makkiato e tanti altri esercenti del centro.

“La situazione è insostenibile, siamo davvero stanchi e chiediamo l’intervento del Primo cittadino. Non possiamo continuare a prendere multe per gli avventori o per le persone che consumano all’esterno dei nostri locali o nelle vicinanze, quando, tra l’altro, nella maggiora parte dei casi, non hanno neanche acquistato le bevande nel nostro locale”, dicono.

La situazione, come detto, è precipitata nell’ultimo week end, quando tre attività sono state multate mentre il titolare del Caffè Makkiato in Circonvallazione Ragusa si è visto ricevere un provvedimento di chiusura per 5 giorni. Proprio l’esercente a mente fredda racconta di essere preda di profonda amarezza: “Se quando ci è stato notificato il provvedimento, perché c’erano 17 persone che consumavano bevande e cibo d’asporto, regolarmente acquistato sul suolo pubblico vicino al nostro bar, in uno spazio ampio, all’aperto, e in cui noi non abbiamo potere o giurisdizione, eravamo fortemente arrabbiati, oggi, grazie anche alle tante attestazioni di solidarietà di colleghi, clienti o semplici cittadini, ripensiamo al tutto con un senso di impotenza”.

I baristi non trovano prospettive. Tra di loro c’è anche molta confusione per non parlare dei provvedimenti di sostegno definiti “ridicoli e illogici”.

Per alcuni di loro negli ultimi due decreti  non c’è stato diritto a nessun ristoro. “Un’impresa fatta con tanti sacrifici e impegni economici, partita a dicembre 2019 e rimasta aperta, in 16 mesi, appena 4, non riceve alcun aiuto, spiega il titolare del Makkiato.

In tutto questo, l’applicazione delle regole anti covid sta divenendo sempre più incomprensibile. “Bar e ristoranti, che pure sono quelli che hanno fatto i maggiori sacrifici e investimenti per essere in regola e proteggere la salute dei propri clienti, sono il problema. Dovremmo avere anche il ruolo di polizia urbana e allontanare, con quale potere non si sa, coloro che dopo aver acquistato si fermano sulla strada o sui marciapiedi, spesso anche a oltre dieci metri dai nostri locali? Le stesse attenzioni e gli stessi controlli,non sembrano valere per altre attività,come i supermercati e la grande distribuzione”.

Gli fa eco Nocco della birroteca, oggetto di una seconda sanzione proprio nella giornata di sabato:  “In un momento di difficoltà come questo non è possibile ricevere verbali di oltre 400 euro”. L’esercente racconta il suo scoramento: “Siamo chiusi da ottobre e senza ristori da dicembre, ditemi voi se un’attività può continuare ad operare in questo modo. Lavorando solo il sabato incasso meno della multa da dover pagare”.


Tutti gli esercenti, tuttavia, insistono sul tema delle regole. “Pretendiamo delle linee guida da parte dell’amministrazione, delle soluzioni. Chiediamo giustizia e norme più chiare che mettano tutti in condizione di poterle rispettare. Siamo in ginocchio, ma almeno non ci calpestassero la dignità, il nostro lavoro e il servizio che offriamo”.

Che la situazione sia al limite lo ha compreso proprio l’Assessore Filipponi che però precisa: “Noi non stiamo combattendo l’asporto ma il consumo sul posto. Il rapporto con le attività commerciali non è mai mancato, faremo questo incontro  e speriamo ci sia una presa di coscienza da parte di tutti. Capisco il momento di difficoltà ma ci vuole anche senso di responsabilità e non possiamo permettere si creino capannelli di persone che consumano alcol all’esterno dei locali, perché c’è un pericolo sanitario. Bisogna trovare una via di mezzo, e trama siamo agli sgoccioli. Tra poco si potrà riaprire, forse dal 20 aprile. Noi ci stiamo lavorando”.