TERAMO – Con il presente comunicato l’Associazione di Promozione Sociale Ludo’S intende riportare l’attenzione di tutti sull’emergenza di Felice Amighetti e sua moglie; i quali, ormai da tempo, dormono in auto insieme ai loro due amici a quattro zampe. Vale la pena ricordare la paradossale vicenda attraversata da Felice: egli aveva comprato – e regolarmente pagato – un appartamento a Villa Mosca, fatto salvo poi scoprire che è stato vittima di una vera e propria truffa. Costretto a lasciare forzatamente l’immobile, Felice vive in auto – insieme alla moglie – con una pensione appena sufficiente a garantire il pane quotidiano, figuriamoci un eventuale affitto con le relative bollette. I casi di cronaca, anche di recente, hanno mostrato come i suicidi sono frequenti e lo stesso Felice si è già reso protagonista di tale tentativo. La Ludo’S, come ha già fatto in passato per altri casi umanamente bisognosi, preoccupata della situazione e delle possibili conseguenze che il protrarsi del disagio possa causare, ha preso a cuore l’emergenza di cui Felice e sua moglie sono vittime e cercherà, nei limiti delle proprie possibilità, di sostenerli in ogni modo possibile. Tuttavia, siamo basiti dalla superficialità e poca sensibilità dell’Amministrazione Comunale. L’ Assessore al sociale, Ilaria De Sanctis, nelle sue dichiarazioni, ha mostrato più preoccupazione ed attenzione nell’esprimere il proprio risentimento verso l’ intervista di Felice (comunque composta e dignitosa), che cercare una soluzione. Non è possibile accettare che un Amministratore si celi dietro al “ci sono tanti casi come il suo“. Per due ordini di motivi: il primo, se è vero com’è vero che ci sono tanti casi simili, il Comune deve pur fare una riflessione ed assumersene la responsabilità. Il secondo, appunto perché ci sono tanti casi, che si inizi a risolverne qualcuno. Quella dei “tanti casi” non può essere una giustificazione per non risolverne nessuno. Detto questo la Ludo’S chiede al Comune di Teramo un serio intervento che non si limiti al semplice piccolo aiuto economico (come se fosse una associazione sociale e/o una Caritas), bensì chiediamo che l’Ente si faccia carico concretamente (così come prevede la Legge oltre al buon senso) del disagio, ed intervenga per risolvere nell’immediato lo stato di emergenza abitativa in cui versano i coniugi. Riteniamo utile garantire anche un supporto psicologico, importante per tutte quelle persone che rischiano di perdere lucidità ed autostima per colpa delle condizioni di estremo disagio che attraversano. Solo dopo aver, anche provvisoriamente, eliminato la condizione di “emergenza”, si può pensare ad un programma per portare Felice, e le persone che versano nelle sue condizioni, all’autosufficienza.
F.to
Il Direttivo della Ludo’S