C’è modo e modo di perdere: lo puoi fare come a San Benedetto del Tronto ma non come a Fano, cioè senza mai tirare in porta, senza mai riuscire a costruire un’azione di gioco degna di tal nome, senza mai, neanche per sbaglio, avvicinare la porta avversaria. E dire che dinanzi c’era il Fano, squadra altrettanto brutta ma che, almeno, ha buttato il cuore oltre l’ostacolo e che qualcosina ha pure creato, vincendo 1–0 meritatamente (se tale era stata considerata la vittoria del Teramo, contro il Rimini). Sottolineiamo che le tre palle goal amaranto sono nate tutte da calci piazzati: altro grande limite del Teramo in situazioni di gioco di questo tipo! Detto ciò Agenore Maurizi ci spiegherà perché ha tenuto fuori per 72 minuti il cannoniere (si fa per scrivere…) De Grazia, preferendogli Giorgi, peraltro tra i pochi a salvarsi dallo scuro grigiore di stasera: tutti sono apparsi in fase involutiva, persino Persia e Proietti che avevano tirato la carretta fino a ieri. Altra annotazione: ma Lewandowski è stato già ceduto o vogliamo anche correre il rischio di deprezzarlo (senza nulla togliere a Gomis, incolpevole sul gol che ha deciso la partita), creando pure un danno economico alla società? La gara.
Brutta come lo era stata a Gubbio e contro il Rimini: nel primo tempo il Fano appare incapace di guadagnate metri nella mediana biancorossa ed il Teramo si accontenta del… nulla. Zero azioni offensive e zero tiri in porta. L’esatta fotocopia della gara in Umbria, anzi, meno, perché lì, l’”escluso” odierno De Grazia, anche se per sbaglio, una buona occasione l’ebbe, quasi allo scadere della prima frazione di gioco. L’undici di Epifani deve provarci di più, è normale, ma non crea nulla, dando quasi l’impressione di essersene incapace. I soli brividi sono conseguenza di errori teramani: il primo dopo 8 minuti, da punizione, con Magli che, smarcatissimo in area, di testa gira male da buona posizione. Al 14° Scardina ha il pudore di reclamare un rigore per un fallo da lui commesso, classico, di sfondamento, su Polak: l’unico ad avere dubbi è il cronista marchigiano. Al 32° Persia la sta per combinare grossa, quando, nel pieno della sua area di rigore, va in dribbling, quasi perdendo la sfera. La stessa cosa riesce comunque a Proietti al 39°, quando la regala agli avversari in mediana e poi, per recuperarla, commette un fallo ingenuo sulla propria tre-quarti. Dalla punizione svetta il non infortunato Celli, quindi il loro, che la spizza sul palo lungo, con Gomis impotente. E’ l’1–0 con il quale si va al riposo, una prima frazione più che deludente.
E nella ripresa? Una fotocopia di gran qualità, a colori. All’8° ancora Celli, ancora da punizione, la gira fuori di testa facendo gridare al goal: è la terza volta in partita, sugli sviluppi di un calcio piazzato! Il primo mezzo tentativo, tanto per ricordare che il Teramo in campo comunque era sceso, un tiraccio di Spighi al 18°, servito da Giorgi, sul quale Voltolini prova a complicarsi la vita. E poi? Null’altro per gli ospiti, neanche dopo i cambi operati da Maurizi: Barbuti per Sparacello (non pervenuto), De Grazia per Giorgi (il meno peggiore o migliore, fate voi, della mediana), Ventola e Cappa per Spighi e Fiordaliso. Una mezza potenziale occasione potrebbe averla avuta Infantino a sette minuti dalla fine (anche lui non pervenuto), ma calcia malissimo dai 18 metri. Il Fano, nel mentre, con Filippini dal (fuori), aveva concluso con pericolosità. Tutto qua.
Poco? No, peggio: nulla! E all’orizzonte c’è il Monza con la zona play-out sempre più vicina: se vogliamo farci coraggio, diciamo anche meno lontana, ma bella non è!