PESCARA – È irricevibile nel metodo, e sbagliato nel merito, l’intervento dell’Ordine dei Medici di Chieti che pretende di censurare  i giornalisti per la pubblicazione di una notizia di oggettivo interesse pubblico, come nel caso di due medici indagati per la morte di un paziente.
Il garantismo invocato dall’Ordine dei Medici non si esercita tacendo le notizie o elementi essenziali delle notizie, come le generalità degli indagati. Garantismo significa rispettare la presunzione di innocenza,  diritti della difesa e la continenza,  precisando lo stadio e grado del procedimento penale del quale si parla, come correttamente fatto nel caso di specie.
La censura non è garantismo, è una pelosa e malposta pretesa di immunità (anche dalla doverosa pubblicità su fatti di indubbio interesse) ed esprime la misura del clima che sta portando, proprio in questi giorni, all’approvazione della legge Bavaglio, che limita fortemente la libertà di stampa e comprime i diritti dei giornalisti.
L’Ordine dei medici di Chieti dimentica che il ruolo dei giornalisti è informare i cittadini su fatti di interesse pubblico, cosa che i giornalisti abruzzesi continueranno a fare incuranti di ogni tipo di intimidazione – Il Direttivo S.G.A.