TERAMO – Pagherei per ascoltare un giudizio del compianto Gustavo Bruno sul fatto che il Città di Teramo, all’esordio in D dopo due stagioni vincenti per quante amare, debba farlo in Provincia, a Notaresco, laddove c’era stato un soccorso vero e proprio, ed anche decisivo, da parte della locale amministrazione all’atto dell’iscrizione, in luglio. Va ringraziato ancora una volta il Sindaco Tony Di Gianvittorio, per questi atti.

Detto ciò vi riportiamo il pensiero di gente vicina al calcio teramano ed allo sport in generale, alcuni colleghi dell’informazione inclusi.

Giuseppe Bracalenti (Pres. Club Biancorosso) – Sono gli ultimi imbarazzanti rigurgiti di una situazione cancrenosa che dovrebbe risolversi molto a breve. I tempi della politica sono quelli che sono ma la strada sembra tracciata. Da diversi lustri assistiamo impotenti alla vergogna delle vergogne e non saranno queste ultime settimane di fisiologico spurgo a spaventarci.

Anja Cantagalli (giornalista) – Non è stata una gran bella figura per chi in questi mesi si è speso in dichiarazioni di tutt’altro tenore. A farne le spese sono soprattutto i tifosi che hanno fatto l’abbonamento per assistere alle gare casalinghe nello stadio Bonolis. Parliamo della squadra? Il fatto che ancora non conosca il proprio impianto potrebbe anche incidere negativamente in senso lato; si pensi che a San Benedetto del Tronto, quando bisogna definire un’operazione di mercato, si fa anche ricorso ad una visita col giocatore di turno al Riviera delle Palme. Qui non è stato e non è ancora possibile neanche sostenerci un solo allenamento”.

Roberto Canzio (Pres. Pallamano Teramo) – Secondo me in questa città c’è qualche problema di approccio culturale allo sport, se si considera che ci sono società che vogliono e che fanno sport con molti sacrifici, senza che nessuno si preoccupi di favorirne l’attività (stadio Bonolis, Palazzetto dello Sport di San Nicolò ecc….). Ripeto, siamo privi della giusta cultura per lo sport ed il sociale. Se non c’è è difficile spiegarla ma non va giustificata. Per quello che accade in questa Città io non ho parole!

Giovanni Cerulli Irelli (ex presidente del Teramo Calcio) – Penso che, purtroppo, me lo aspettavo e che trovo assurdo che una società che tra l’altro sta facendo benissimo, venga così tanto penalizzata al pari di tutti i tifosi. Penso anche che sia inutile e controproducente piangersi addosso e mi auguro che chi di dovere ponga finalmente la parola fine a questa assurda vicenda.

Andrea De Aloysio (giornalista) – Premesso che, salvo sorprese, sarà solo una situazione momentanea, é solo la conferma che i tempi della politica non sono gli stessi di quelli degli imprenditori e dei presidenti. Perché se si fosse già giunti ad una decisione sul Bonolis in un consiglio comunale ad hoc, qualsiasi contenzioso sul pregresso non avrebbe inficiato sulla disputa della partita al Bonolis. Voglio provare a vederci un dato positivo in questo nuovo momentaneo (si spera) “esilio”: visto che nelle gare della passata stagione al Bonolis é mancata la presenza di una parte dell’ “anima pulsante” del tifo teramano per una forma di loro legittima protesta, almeno questa parte di tifoseria verrà recuperata in una gara casalinga a Notaresco (come fu in Promozione nelle gare giocate a Montorio)- Se col Roma City si fosse giocato al Bonolis con l’attuale situazione gestionale e senza novità ad oggi rispetto alla passata stagione, probabilmente avrebbero continuato a disertare.

Francesco Di Francesco (giornalista) – Ci sono colpe specifiche dell’amministrazione comunale a cominciare dal Sindaco, più di un anno di chiacchiere e promesse per arrivare al nulla e all’assurdo di non giocare al Bonolis; sul gestore dello stadio c’è la conferma che non è un amico del calcio cittadino.

Alfonso Di Melchiorre (medico di Medicina Generale) – Mi pare umiliante per tutto ciò che è stato e che sarà; secondo me ci potrebbero esserci risvolti che non conosciamo. Dare per certo che la prossima volta si giocherà al Bonolis? Io non ne sarei così tanto certo…

Jacopo Forcella (giornalista) – Dispiace che il Teramo non possa usufruire del proprio impianto ma è una questione tra privati. Col Comune che, nel caso, diventerà attore della vicenda quando rileverà la gestione sportiva del Bonolis. Fino a quel momento è una questione che devono risolvere il gestore e il proprietario della squadra. Il nodo è sempre stato questo e, al momento, non mi pare si possa dare una lettura diversa.

Gaetano Lombardino (giornalista) – È una sconfitta per tutti. Di sicuro non una bella immagine offerta dalla città in ambito nazionale. Ancora una volta ne escono penalizzati squadra e tifosi, sperando che l’esilio sia solo per una partita e questa storia finisca una volta e per tutte

Elso Simone Serpentini (scrittore e storico) – La prima parola che mi viene in mente è: vergogna. E’ una vergogna che la squadra calcistica cittadina non giochi in casa la prima partita del ritorno in D. Ma è una vergogna che si perpetua, perché già tutto il campionato della rinascita (in promozione) lo si giocò in casa, ma in trasferta. Sono sorpreso? No, ho sempre pensato che sarebbe accaduto, anche quando dissi al sindaco D’Alberto che non credevo che lo stadio di piano d’Accio sarebbe tornato alla città. Infatti non ci è (ancora) tornato, nonostante i proclami. Ci tornerà… i verbi della politica sono sempre coniugati al futuro. Intanto serpeggia qualche contestazione… perché tanti milioni ad un privato? Perché con quei soldi non costruire un nuovo stadio più piccolo, meno faraonico…. tanto gli spettatori teramani da decenni sono quelli e non più di quelli… perché? Perché non ridare un’aggiustata al vecchio Comnunale? Sono tanti i perché ed è impossibile elencarli tutti. Voglio solo rimarcare l’adattabilità di un titolo celebre di un libro di Victor Hugo a due comportamenti: quello di chi oppone un vanto di un credito di 36.000 (sic) euro al ritorno del Teramo nel “suo” stadio, quello di chi si dice tifoso, ma accampa il diritto di essere risarcito di 10 euro (sic) perché non può vedere la “sua” squadra giocare a Teramo anziché a Notaresco. Ecco, avete presente quel titolo del romanzo di Hugo? Si quello… proprio quello… in cui si parla di una bambina di nome Cosetta e di un ex galeotto di nome Jean Valjean. Prendete quel titolo e applicatelo…

Pasqualino Testa (ex dirigente Teramo Calcio) – E’ un’autentica sconfitta per tutti noi, nessuno escluso! Riflette la realtà di una città rassegnata, senza aspettative riguardo al futuro.