Il programma “Sax on the Beach” si è rapidamente trasformato in un raduno di centinaia di persone privo di qualsiasi controllo e limitazione, alla faccia delle misure precauzionali di sicurezza e di distanziamento sociale per il Covid19.
Eventi organizzati dal Comune di Vasto, ente gestore della Riserva, pardon, della discoteca, senza neanche uno straccio di Valutazione di Incidenza Ambientale, obbligatoria in un Sito di Interesse Comunitario.
Qui però non è (solo) questione di carte che mancano. Sono in gioco visioni e strategie differenti: una, da quello che vediamo, vuole spremere l’ambiente come un limone fino in fondo. Ora e subito. L’altra quella del rispetto del contesto e del turismo di qualità da sviluppare in anni con azioni mirate, magari faticose, e badando alla resilienza. Esempi in Abruzzo non mancano, da Civitella Alfedena ad Anversa degli Abruzzi. Piccoli paesi che scommettendo sul turismo vedono oggi fiorire imprese connesse alla gestione della natura.
La legge istitutiva della Riserva e tutte le norme poste a tutela delle aree protette (legge 394/1991), della fauna (legge 157/1992) e dei Siti di Interesse Comunitario (Direttive 43/92/CE, 147/09/CE e DPR 357/1997) mirano alla conservazione e ad uno sviluppo coerente con la necessità di salvaguardare il patrimonio.
Fare discoteche non è contemplato.