Sale la tensione nelle carceri del Paese, con gravi eventi critici accaduti nelle ultime ore. Ne da notizia Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
“A Pescara, un detenuto egiziano di 21 anni, ristretto per il reato di rapina aggravata, è evaso dal carcere nel primissimo pomeriggio”, annuncia. Ed è dura la protesta del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. “Adesso è prioritario catturare l’evaso”, denuncia Capece, “ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria del carcere di Pescara”.
Protestano, invece, i detenuti del carcere di Firenze: “Ieri sera, alle 21.30 circa, i detenuti della 12 sezione del Reparto Penale al termine della socialità si rifiutavano di rientrare nelle proprie celle. Avvertito il Comandante, questi poco dopo arrivava in Istituto ed entrava nella predetta sezione per conoscere le motivazioni della protesta. Poco dopo arrivavano anche altri 2 ispettori , ma i detenuti iniziano a scagliare verso detto personale diversi suppellettili. Il comandante e gli ispettori decidevano così di lasciare la sezione e attendere nell’atrio. I rivoltosi ponevo all’ingresso della sezione due materassi e dopo poco l’incendiavano. Il personale di Polizia, poco dopo, spegneva l’incendio e decideva di entrare nella sezione per ristabilire l’ordine e la sicurezza. Alla vista di un congruo numero di agenti la maggioranza dei rivoltosi facevano rientro nelle rispettive celle. Sono tanti danni causati dai facinorosi nella sezione. contestualmente il personale di Polizia della sala regia accertava la presenza sui tetti di alcuni ristretti. Dalle operazioni di conta si accertava che mancavano effettivamente 8 detenuti. Gli otto rivoltosi, tutti di origine marocchina, sono riusciti a salire sui tetti rompendo le grate di una presa d’aria esistente nei locali docce. I motivi della protesta, da quanto si è appreso, è nei confronti del magistrato di sorveglianza di Firenze”.
Per il leader del SAPPE, “ormai è un bollettino di guerra: servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”, afferma Capece. “La quotidianità professionale del Corpo di Polizia Penitenziaria non si contraddistingue affatto per violenza ma per operatori della sicurezza che sanno conciliare invece le attività di polizia con quelle di trattamento rieducativo. Ogni giorno giungono notizie di eventi critici tra le sbarre ed aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. E allora è mai possibile che nessuno, al Ministero della Giustizia e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, abbia pensato di introdurre anche per la Polizia Penitenziaria ed i suoi appartenenti, per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola “taser” e spray al peperoncino?”.