TERAMO – Luca Di Matteo è un ex calciatore del Teramo Calcio, come da noi anticipato sabato 6 giugno.
L’atleta, avendo rigettato l’altrui risoluzione contrattuale, si è presentato al raduno, vanamente. Gli è stato vietato, infatti, di farne parte, nel rigoroso rispetto del volere della sola società. Saranno stati momenti particolari e che mai nessun “lavoratore” vorrebbe poter vivere direttamente, ancor di più se deve “pagare” uno stop causato da un infortunio sul lavoro per la stessa azienda che adesso ne chiede l'”allontanamento“… Su questa pagina che rimarrà ascritta come una triste vicenda del calcio biancorosso (rimane nostra convinzione – ndr) a prescindere dai torti o dalle ragioni di ciascuna delle due parti, avremmo voluto raccontarvi meglio, se ci fosse stato reso possibile, ma non più tardi di ieri ricevevamo una nota del Teramo Calcio che, in un passo, recitava “…nel pieno rispetto delle disposizioni sanitarie e degli stringenti protocolli sportivi in atto, il raduno sarà interdetto all’accesso dei media (giornalisti, operatori e fotografi), incluso il parcheggio dello stadio“.
E dire che neppure alla Continassa o a Milanello è fatto divieto di produrre servizi d’informazione nell’area prospiciente i rispettivi impianti. Allora chiediamo: perché? Per dare seguito alla “mano tesa” che in qualche maniera il DG Andrea Iaconi provò a far emergere nella “conferenza stampa contro la stampa” del 16 maggio scorso?