Pregiatissimo sindaco di Teramo, Gianguido D ‘ Alberto,
come Movimento Animalista Abruzzo seguiamo da molto tempo la vicenda dei gatti dell ex manicomio, in un susseguirsi di eventi, dichiarazioni, smentite che stanno assumendo – mi piacerebbe dire – il tono di un romanzo giallo, ma che si avvicinano, negli ultimi giorni, più al paradossale.
Gatti che appaiono e scompaiono, gatti catturati, gatti reimmessi da misteriose presenze…
Oggi, con le Sue ultime dichiarazioni diffuse a mezzo stampa, c è una nuova ammissione : nel sito ci sono ancora dei gatti. Ma questi gatti non sarebbero quelli appartenenti alle colonie feline, bensì si tratterebbe di randagi in quanto, come da Lei affermato in data odierna, “la colonia felina dell’ex manicomio è già stata portata in salvo dal presidente dell’Enpa Teramo, Brenda Marsilii”.
Pregiatissimo Sindaco, pur ritenendo improbabile che i gatti della colonia fossero stati tutti censiti e dunque identificabili, approfitto della Sua ampia disponibilità e del suo evidente desiderio di trasparenza per rivolgerle pubblicamente una domanda, la cui risposta potrebbe di certo far chiarezza : DOVE SONO I GATTI CHE AFFERMA ESSER STATI TRASFERITI DALLA RESPONSABILE ENPA?
In buona sostanza, volendo avallare la Sua recente affermazione secondo la quale i gatti rinvenuti nei recenti sopralluoghi sarebbero “altri gatti” rispetto a quelli di colonia- che come randagi sono in ogni caso gatti Suoi – non crede che possa essere risolutivo mostrare dove si trovano, QUANTI sono, e in che condizioni vivono oggi i gatti che afferma “già trasferiti”?
Sono certo che mostrarli non sarà un problema, né contarli, perché le persone che da anni li hanno seguiti sanno di certo a che numero ammontano.
Non ho dubbi che accoglierà questa piccola, semplice richiesta, dando risposta ad un interrogativo che molti si pongono, e la cui risposta, mi pare evidente, può fare la differenza.
Perché in fondo, signor Sindaco, non è forse la somma che fa il totale?
Cordialmente,
Guido Mammarella, coordinatore Abruzzo Movimento Animalista.