Revolucion. Revolucion. Dalla collina di Santattos la caravana de la libertad punta diritto sulla Moncada di via Carducci. Gianguido Guevara grida: “Condenarme también, la historia me absolverá”.
Dietro di lui l’ejercito rebelde. Gabrielita “la pasionaria” Cordòn che a Teleponte grida “E’ una rivoluzione. Anzi è la rivoluzione”. Lanfranco “Castro” Lancione, che portava i suoi cavalli ad abbeverarsi nella fontanella di Piazza Martiri, è ancora li, subito dietro, camicia rossa sbottonata dove però spuntano dei peli tristemente bianchi. Andrea “Cienfuegos” Core, maglietta con l’immagine del guerrillero heroico, pugno in alto e petto in fuori. Poco dietro, in bicicletta, Maurizio de la Serna Verna avvolto dalla bandiera cubana e la Gramna nella tasca. Albert Heminguay, il Presidente artista, con i suoi pochi barbudos spelacchiados, ex duri e puri, ex guerriglieri, ex comunisti. Non può mancare il clericale compagno Antonio, el compagnero de la festividad, con il suo ritornello “estamos aquí en doscientos mil, tenemos el árbol de Navidad, las bolas de luces, los juego, esto es la revolución ¿ y il renacimiento, y la resurrección”. Sarà. Attardato dal suo onnipresente fotografo invadente che lo brutalizza immortalandone ogni attimo di vita, ecco il caporale Valdo Martì de la Cicogna, pronto ad accorrere in difesa della sedia con la denuncia, la cravatta e i suoi cigni.
L’ejercito rebelde ha deciso che, una volta terminati tutti i passaggi amministrativi – a partire da quello in consiglio comunale nel mese di fine marzo – con l’acquisizione delle quote della Comir di Gavioli per 1 milione e 400 mila euro (se un valore dell’intera società stimato in 3.400.000), la Teramo Ambiente diventa interamente pubblica, passando da società mista a società in house. A totale partecipazione pubblica. Poco non è. Scelta che evidentemente implica un livello di responsabilità politica non comune !! E’ la revolucion. E getta le basi per la definizione della partita debiti / crediti con e della società. E questa è una vera revolucion.
La società “in house” ha come prioritario obiettivo quello di migliorare i servizi attraverso un utilizzo ottimale delle risorse europee, nazionali e regionali. E va bene. Da quel che mi dicono al telefono gli operatori della Team, rappresenterebbe l’unica strada possibile per continuare a garantire gli attuali livelli occupazionali. Generare valore aggiunto. Ottimo. Allargare la sfera dei servizi. Benissimo. Garantire un futuro e una continuità alla Teramo Ambiente in una prospettiva completamente diversa, non solo per la natura giuridica della società che, dal 2010, versa in una situazione di precarietà. Molto bene.
Tuttavia la scelta operata, in una realtà come quella di una piccola città, pone due temi di discussione. Divergenti. E una domanda principe: quale spazio deve essere occupato dal potere pubblico nell’assetto complessivo di gestione dei servizi ai cittadini ? Ovvio che tutti i cittadini desiderano che nella Teramo Ambiente Spa -nel suo 25° compleanno- prevalga l’esclusivo interesse dei teramani. E una formula societaria dove emerga la chiara volontà di preservare nel tempo l’identità e l’autonomia di una società strategica per la Città di Teramo.
Non sfugge il fatto che dietro tale scelta possa nascondersi un aspetto meno rivoluzionario e nobile, e più mercenario e interessato: cioè che dietro la volonta? di detenere situazioni di monopolio in città ci sia solo lo scopo di occupare spazi di potere e ambiti di clientela. Non possiamo nasconderci che le molteplici problematiche giuridiche si intrecciano con questioni che attengano agli assetti sociali, politici ed economici del “sistema” Teramo.
Chi, come me, era in consiglio comunale quando (Sperandio 1) si costituì la Team e si cominciò a parlare di società mista, ricorda le notti di discussioni tra le varie forme di gestione del servizio pubblico locale, tramite affidamento a società a capitale misto, o a totale partecipazione pubblica. E gli interminabili e appassionati interventi attinenti ai rapporti tra ente pubblico affidante e società affidataria.
Gianguido D’Alberto dice che con la trasformazione in house della società, la Teramo Ambiente rilancerà il suo ruolo, avrà un nuovo piano industriale che includerà un cambio di passo dei dipendenti, una riduzione dei costi fissi che non implicherà riduzioni di personale, apporterà benefici alla gestione dei rifiuti e della pulizia della città. Siamo sicuri ?
Siamo certamente tutti d’accordo nel dire che la TeAm è una società che va assolutamente tutelata e difesa. Rappresenta, senza alcun dubbio, un patrimonio dell’intero territorio. E certamente siamo tutti d’accordo sul fatto che sia necessario tutelarla non dalla politica, ma dalla grinfie della mala politica, mafiosa, arrogante, ignorante, invasiva e invadente. Una società pubblica deve occuparsi di gestire al meglio i servizi, offrire un servizio idoneo, permettere la riduzione delle bollette ai contribuenti. Non svolgere un ruolo politico, strumentalizzata dai partiti. Altrimenti la società diventerebbe un vero e proprio carrozzone a uso e consumo della politica e basta.
Riuscirà il sindaco D’Alberto – nell’ espletare le funzioni del proprio mandato a difesa e tutela dei cittadini che rappresenta – a garantire queste essenziali priorità ? Fino ad oggi non ho motivo per dubitarne. E nessuno può farlo. Allora avanti così por la revolucion.
Leo Nodari