Magari a Fano rientrerà Michal Lewandowski e tornerà in panca Lys Gomis, ma il Teramo di quest’anno prende consapevolezza del fatto che, non soltanto in mediana, ma anche tra i pali, vanta atleti tra i migliori dell’intero campionato, perchè anche il terzo portiere, Francesco Pacini, vale la categoria, e lo ha anche dimostrato. In terra marchigiana mancheranno i “soliti noti” Ivan Speranza (fino a quando?) e Alessandro Celli (almeno altre due settimane), oltre a Matteo Piacentini (influenza forever) e Giacomo Zecca (ma sabato contro il Monza potrebbe esserci). E’ come dire che Agenore Maurizi la squadra l’ha già fatta: sarà la stessa che ha battuto di misura il Rimini, con Claudio Sparacello dal primo minuto. L’unica idea che potrebbe balenare nella mente del mister, potrebbe essere quella di Mirko Spighi per Cristian Ventola, ma resterà, probabilmente, solo una variabile da mettere in atto, eventualmente, in corsa, al pari di quella che riguarderebbe Luigi Giorgi, da considerare un vero e proprio jolly della mediana, magari utilissimo se la gara dovesse mettersi… bene. In realtà, ai biancorossi, allungare la serie positiva, anche con un pari, potrebbe star bene, ricordando la vittoria dell’andata (2–1), la prima (di tre) di Agenore Maurizi sulla panchina del Teramo. Non sarà facile, sia chiaro: il Fano di Massimo Epifani vale più della modesta classifica che occupa, in zona play-out, ma è temibile, soprattutto in avanti, con quel Ferrante che è attaccante di razza e che andrà tenuto particolarmente in “osservazione“. Una cosa è certa: a dover vincere, saranno chiamati i granata più del Teramo. Un vantaggio? Psicologicamente, almeno, sì.