TERAMO – Crescono di numero in città i ricorsi al Tar per le schede Aedes che non risulterebbero veritiere nel constatare il grado di inagibilità negli immobili colpiti nel sisma 2016-17. Solo nel condominio San Ferdinando, nell’omonima via al numero 33, i ricorrenti sono 14 (e non più due) ed invocano un altro sopralluogo: secondo una perizia asseverata di un professionista aquilano (Daniele Di Silvestre) l’esito non sarebbe di tipo “A”, quindi agibile, ma addirittura “D2 – D3”, medio – grave. “L’edificio in questione – specifica l’avvocato Francesco Calcagni, difensore dei condomini – è seriamente danneggiato, esiste una sorta di pericolo incombente su di loro”. Sott’accusa dunque diverse schede Aedes che, alla luce dei fatti, potrebbero essere dichiarate nulle dai giudici.
Sarebbe una bella gatta da pelare, soprattutto per il Comune di Teramo, perché a pioggia in diversi potrebbero seguire l’esempio del condominio e se dovessero continuare i ricorsi, se la sospensiva prevista entro gennaio dovesse far scuola, l’ente sarebbe costretto ad esaudire “eventuali risarcimenti” oltre che assumersi i costi derivanti da ulteriori sfollati. “Difatti – prosegue Calcagni – ciò rappresenterebbe un’ingente spesa per il Comune se si dovessero presentare altri errori ed immobili classificati diversamente per schede Aedes errate, in base anche ad una non tanto chiara, per la verità, normativa che prevede come l’ente territoriale debba dividere le spese col ministero competente”. Il Comune peraltro dovrebbe inoltre “provvedere a ristabilire le normali modalità strutturali dell’edificio”.
Certo quella del condominio di Via San Ferdinando è la prima impugnazione dinanzi al Tar a Teramo.
“E poi non è vero che i tempi per il ricorso al Tar sono lunghi come sostiene l’assessore comunale Stefania Di Padova – sostiene l’avvocato Francesco Calcagni – visto che connesso al ricorso ho proposto un’istanza cautelativa, una sospensiva, che va nel merito delle ordinanze di sgombero, che verrà discussa entro gennaio, dunque aspetto a giorni la data d’udienza”.
La sospensiva è un provvedimento con cui si sospende, in attesa di provvedimento definitivo, l’efficacia di un atto amministrativo o della decisione di un giudice inferiore.
In buona sostanza sarebbero state redatte schede Aedes “poco ortodosse” da parte dei tecnici della Protezione civile che peccherebbero di requisisti formali e sostanziali, oltretutto non asseverando le perizie: “Queste devono essere giurate e in calce occorre annotare i dati indentificativi; io ho eccepito formalmente questo vizio, manca addirittura il corredo fotografico, previsto per legge”.
Ed il vulnus potrebbe spandersi a macchia d’olio creando non pochi grattacapi ad una ricostruzione già lenta di per sé.
“Si consideri che i tecnici avevano da compiere in tempo ristretto numerosi sopralluoghi in quei giorni – è la difesa d’ufficio del presidente dell’Ordine degli ingegneri, Agreppino Valente – quindi sono stati costretti ad approssimazioni, però con la perizia giurata di un tecnico di parte si poteva cointestare subito la scheda Aedes fatta in precedenza”.
Inoltre, come specifica Valente, i tecnici oltre che essere volontari, compiono ispezioni dove la discrezionalità la fa da padrona: “Il rilievo di molti danni sono soggettivi, c’è un tecnico che li interpreta in una maniera altri invece in un’altra, d’altronde non è matematica pura”.
Il Comune di Teramo, aveva riferito alcuni giorni Di Padova, si sarebbe costituito parte in causa, nominando anche due legali perché aveva intenzione di comprendere meglio la situazione e perché studiasse meglio la procedura da adottare, evitando tutta una serie di ulteriori ricorsi.

Maurizio Di Biagio