La Stagione di Prosa 2018/19 continua con grandi produzioni, e domani sarà la volta de “I Miserabili” di Victor Hugo nell’adattamento di Luca Doninelli per la regia di Franco Però, con Franco Branciaroli in scena nei tre turni di spettacolo sabato 12 alle 21, domenica 13 alle 17 e alle 21 al Teatro Comunale di Teramo.
Si tratta del nuovo imponente progetto di produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, il CTB- Centro Teatrale Bresciano e il Teatro de gli Incamminati. In scena, assieme a Franco Branciaroli, Alessandro Albertin, Silvia Altrui, Filippo Borghi, Romina Colbasso, Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Andrea Germani, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Jacopo Morra, Maria Grazia Plos, Valentina Violo.
Il romanzo di Hugo è un’ opera monumentale, pubblicato nel 1862 dallo scrittore, poeta e politico francese Victor Hugo. La trama è articolata, avvincente, colma delle grandi vicissitudini storiche che caratterizzarono l’Ottocento francese dal 1815 al 1833 a cui si aggiungono profonde riflessioni etico-morali sulle vite dei protagonisti, su attente ed acute riflessioni circa la condizione degli ultimi e dei miserabili nella Parigi del tempo. Si tratta della storia di Jean Valjean, galeotto, ridotto ai lavori forzati per aver rubato un tozzo di pane, che riscatta la sua cattiva sorte con una generosità senza eguali nei confronti di vittime e carnefici e redimendosi al servizio degli ultimi. Commuovente il suo amore per l’orfana Cosette, alla quale consacrerà la sua vita e i suoi sacrifici, per onorare il giuramento fatto a una derelitta, sul letto di morte.
“Portare I Miserabili su un palcoscenico è un’impresa sicuramente temeraria, e si trema davanti a millecinquecento pagine – ha sottolineato Luca Doninelli, che ha accettato la sfida dell’adattamento – che appartengono non solo alla storia della letteratura, ma del genere umano”.
“Una scelta venuta da sé” dichiara il regista Franco Però “dal momento che stiamo vivendo nelle società occidentali, dove si assiste all’inesorabile forbice fra i molto ricchi e i molto poveri, tra chi è inserito nella società e chi ne è ai margini: I Miserabili è davvero un fiume in piena di cui restituiremo soltanto un’onda o poco più, contenendo però, nel ventre, ciò che non può raccontare. La storia di Jean Valjean, di Fantine, di Cosette, Javert, di Marius e degli studenti rivoltosi, è ripercorsa il più possibile per intero, individuando la metonimia per restituire il significato, il colore e l’emozione di questa sterminata sinfonia. Questa oltretutto è un’opera capace di parlare al nostro tempo non c’è stata una giornata delle prove in cui per sistemare una battuta, per cercare una parola non ci si sia imbattuti in concetti universali, pensieri che toccano il mondo di oggi, la nostra società, il pensiero francese di questi momenti… Un giorno mi suonava strana la battuta di uno dei giovani rivoluzionari e ho riguardato il romanzo, certo che ci fosse stato qualche aggiustamento drammaturgico: sembrava scritta nel ’68. Invece Luca Doninelli aveva preso esattamente la frase di Hugo, che continua a stupirci e impressionarci per queste sue assonanze con l’attualità, per la capacità di affrontare temi diversissimi, di mettere assieme momenti alti e momenti bassi Franco Branciaroli definisce quello sul romanzo di Hugo e sul “suo” Jean Valjean un percorso avventuroso: «Uno strano santo una figura angelico-faustiana. Il ritratto di un’umanità che forse deve ancora venire».