L’AQUILA – “La luna di miele nel centrodestra è ufficialmente finita: oggi le tensioni che da mesi attraversano la Giunta a trazione leghista hanno contagiato anche il Consiglio, dove per la prima volta in 9 mesi è caduto il numero legale”, così il capogruppo Pd Silvio Paolucci.
L’ultimo scricchiolio nella maggioranza è stata la designazione di Gatti alla Corte dei Conti regionale, fa notare Paolucci; “Dall’insediamento hanno pensato solo a nomine e poltrone ed è singolare che il malumore si sia traferito sul Consiglio proprio per via di uno scranno che la Lega non ha condiviso e digerito.
Dapprima sono stati costretti al ritiro delle solite “leggi mancia”, successivamente è venuto meno il numero legale durante i lavori del Consiglio regionale. Come al solito gli effetti di questo duello fra alleati lo sconteranno gli abruzzesi, che hanno già sulle spalle quasi dieci mesi di governo improduttivo, penalizzante e scellerato, perché non ha prodotto altro che problemi e ritardi.
L’ultimo ritardo, pesantissimo, è quello sul Bilancio, che viene dopo quello sulla presentazione del DEFR, documento di programmazione che ha avuto una gestazione inutilmente lunga, considerato il contenuto approssimativo dell’atto. Dal documento si evince chiaramente che la maggioranza non ha né partecipato, né letto l’atto di programmazione e anche dagli attacchi della Lega verso Liris lo confermano.
E così non resta che comprimere gli spazi per dare poco tempo, forse alla stessa maggioranza, di alzare le barricate in vista dell’approvazione di atti fondamentali che non sono stati discussi nemmeno al loro interno. Quanto ai lavori di aula, stamane è stato sventato l’ennesimo emendamento mancia. Infatti nel mentre il nostro disegno di legge, che avrebbe erogato alle Province 400.000 euro da destinare al piano neve, giace da luglio in attesa di essere esaminato dalla Commissione competente, ecco che in quella di Bilancio piomba una normetta da 150.000 euro a soli 20 Comuni, senza specificare nulla sui criteri della scelta, né su quelli della ripartizione delle quote che andavano da 10.000 a 4.000 euro. Emendamento che dopo le nostre rimostranze è stato ritirato. Altro che prima gli abruzzesi: prima gli amici. E gli abruzzesi, come al solito, aspettano. Una vera tristezza”.