TERAMO – Che fine ha fatto il bonus biciclette della Regione Abruzzo? Se lo chiede la FIAB Teramo che sottolinea: “Dopo il successo, seppur con qualche problema legato alla fruizione dell’applicazione web del Ministero dell’Ambiente, che ha avuto il bonus mobilità nazionale, con tanto di riapertura dei termini di presentazione delle domande e la promessa di un ulteriore finanziamento, migliaia di abruzzesi attendono che la Regione Abruzzo emani le direttive per l’erogazione del bonus biciclette, previsto nell’art. 24 della LR 118/2020, pari al 50 per cento della spesa, con un massimo di euro 300, riservato a chi vive in comuni da 10 a 50 mila abitanti.” Infatti il bonus nazionale copriva solo le città con più di 50.000 abitanti, i capoluoghi di provincia e le città metropolitane (in Abruzzo erano interessate Teramo, Pescara, L’Aquila, Chieti e Montesilvano), mentre la Regione Abruzzo aveva inteso favorire tutti gli abitanti dei centri più piccoli, fino a 10.000 abitanti, allargando non di poco la platea dei possibili fruitori.
“Purtroppo – rimarca FIAB – sul sito web della Regione non si riesce a reperire notizie in merito e , ad ormai cinque mesi dall’emanazione della legge regionale, del bonus non c’è traccia. Eppure, complice anche il Covid-19, l’interesse per la mobilità ciclistica sembra essere aumentato in tutta Italia, ed anche in Abruzzo molti stanno scegliendo la bicicletta non solo come mezzo di svago o di sport, ma anche come strumento per gli spostamenti quotidiani, e quindi un contributo economico all’acquisto delle biciclette potrebbe aiutare la mobilità sostenibile e la vivibilità urbana, oltre a dare respiro a tutta la filiera economica legata alla bicicletta (rivenditori, produttori, manutentori, ecc.)”.
“Anche il Governo sta puntando molto sulla mobilità ciclistica – conclude FIAB – sia con i bonus mobilità che con finanziamenti per infrastrutture ciclabili e nuove regole per facilitare la circolazione dei ciclisti. In Abruzzo, purtroppo, ci si è fossilizzati sul progetto Bike to Coast, importantissimo ma, di certo, non sufficiente per renderci una Regione a misura di ciclisti, e ci si dimentica della dimensione urbana della ciclibilità, dimensione che, anche per l’Unione Europea, può essere un valido strumento per uscire dall’emergenza da pandemia e rendere le nostre città a misura d’uomo”.