ROMA – “Ferma restando la generale condivisione nella scelta di dotare il Paese di una normativa organica per la gestione delle calamità, senza una autentica disponibilità del Governo a rivedere alcune scelte contenute nel DDL, rischiamo un concreto arretramento di normativa e procedure – queste le dichiarazioni del Sen. Fina alla vigilia dell’audizione prevista per domani del Ministro Musumeci sul DDL 1294, legge quadro in materia di ricostruzione post-calamità – nel corso degli anni, e a fronte delle numerose calamità che il nostro Paese ha dovuto gestire, si è fatta strada, con sempre maggiore forza, la necessità di un quadro regolatorio uniforme che possa garantire procedure omogenee e coerenti. Il DDL 1294 risponde solo parzialmente a questa esigenza. Va detto, anzitutto, che il progetto di legge in discussione si concentra molto sulla revisione della governance, verticalizzando le strutture di riferimento ma senza una sufficiente dotazione di organico. Se infatti si riterrà di accentrare al Dipartimento Casa Italia le funzioni di coordinamento organizzativo, bisognerà certamente prevedere una dotazione di personale ben al di sopra delle 25 unità indicate. Stessa criticità che si presenta per la dotazione organica dei comuni interessati dalla ricostruzione: si impone la necessità di stabilire un rafforzamento, attraverso la normativa in discussione, superando una difficoltà che l’esperienza di questi anni ha mostrato essere un punto debole della filiera istituzionale e decisionale. Questo tanto più nel contesto di una normativa organica che vorrebbe operare la scelta, poco condivisibile, di escludere l’istituzione degli Uffici speciali, articolazione organizzativa che, invece, ha rappresentato, nel corso degli anni, un importante snodo organizzativo e un fondamentale strumento per la fase post-calamità. Il testo normativo in esame prevederebbe, dunque, uno schema organizzativo per cui l’istruttoria delle pratiche di ricostruzione sarebbe espletata dagli uffici tecnici dei comuni con successiva emanazione del decreto da parte del Commissario straordinario senza alcuna mediazione degli uffici speciali. Un modello che rischia di generare un arretramento rispetto alle migliori esperienze e buone pratiche costruite negli anni: istruttoria dei progetti, esame delle domande, necessità di integrazioni documentali richiedono una solida struttura degli uffici tecnici e più in generale della filiera istituzionale. Medesime criticità che possono essere individuate in merito alla ricostruzione pubblica, per la quale non viene previsto dalla norma alcun rafforzamento delle risorse professionali a disposizione dei soggetti attuatori, dimenticando di affrontare una fondamentale questione della fase di ricostruzione. Da non sottovalutare, inoltre, il rilievo centrale e crescente che ha certamente il tema della pianificazione urbanistica e delle delocalizzazioni: nell’ambito di una legge di riforma auspichiamo che si possano recepire in modo migliorativo, rispetto alle legislazioni speciali vigenti, i principi di programmazione della ricostruzione privata, in luogo della pianificazione tradizionale, e quello dell’integrazione tra messa in sicurezza idrogeologica del territorio, prevenzione sismica e ricostruzione.
Su tutte le questioni sollevate, tra le altre, l’auspicio è di un dialogo aperto che possa consentire un avanzamento del testo normativo: facciamo appello al Governo e al Ministro Musumeci, che sarà domani in Commissione VIII al Senato, affinchè questa nostra richiesta e disponibilità a collaborare non cada nel vuoto” – Ufficio Stampa Sen. Michele Fina (PD)