IV lotto della Teramo-Mare da 170 milioni di euro a grave pericolo da alluvione.
ANAS ammette di aver localizzato la strada, un’area a rischio esondazione, ma non risponde neanche ai dubbi sollevati alla Commissione Valutazione di Impatto Ambientale nazionale e va avanti nonostante il parere del MIC.
Crisi climatica peggiora ulteriormente i livelli di rischio.

TERAMO – Il progetto definitivo del IV lotto della Teramo Mare è, inequivocabilmente, sulla base delle stesse cartografie depositate da ANAS, in piena zona mappata a rischio di esondazione del fiume Tordino. Non basta! Le aree di piena, infatti, sono state considerate su mappe costruite su frequenze di piena vecchie di 200 anni, quando oggi, a causa della crisi climatica e l’estremizzazione dei fenomeni, le aree di piena sono perimetrate con le piene di portata ben maggiore, con frequenza di 500 anni.
Quindi le aree a rischio, se calcolate con le precipitazioni più intense, sarebbero non solo ancora più estese attorno al fiume ma soggette a rischi ancora più grandi. Negli ultimi anni abbiamo esempi concreti sul fiume Misa nelle Marche, in Emilia Romagna e pochi giorni fa a Valencia.
Davanti a questi dati inoppugnabili, ANAS ha ammesso di aver localizzato la strada in aree a rischio ma poi pretende di sostenere che tale scelta sia compatibile. Credevamo dovesse essere un dato ormai acquisito per qualsiasi soggetto senziente e cauto, il fatto che costruire opere pubbliche in piena area di esondazione sia un azzardo inaccettabile perché “il fiume prima o poi si riprende le aree che gli vengono sottratte“.
Comitati e associazioni hanno da tempo sollevato la questione dei rischi più elevati rispetto a quelli già noti derivanti dalla crisi climatica. Non a caso la stessa commissione V.I.A. del Ministero dell’Ambiente ha fatto propri questi dubbi chiedendo ad ANAS nel 2023 di rifare i calcoli sulla base di piene più consistenti. Le risposte di ANAS sono a dir poco surreali in quanto, rifiutandosi di fare questi approfondimenti, si rifugia in interlocuzioni fatte anni prima, prive ovviamente di questi dati tecnici. Basta leggere le non risposte date al Ministero dal proponente per capire il livello di azzardo che si preferisce correre pur di spendere 170 milioni di euro.
Come detto Anas, in base a norme del 2008, calcola il rischio tenendo conto della portata di piene con tempo di ritorno di 200 anni, parametro che da un lato fa emergere come il tracciato ricada già ora in zone anche a massima pericolosità idraulica ma non tiene conto delle conseguenze dei cambiamenti climatici in atto, né del mutamento dell’intensità dei fenomeni. Basti pensare alla terribile piena del 2011 quando l’acqua del frume arrivò fino alla strada comunale. Ma si ricordano, (e sono oggetto di articoli di stampa numerosi), anche le piene del 2017 e del 2021. A fronte di ciò nella pianura alluvionale di Coste lanciano a Roseto degli Abruzzi la nuova strada col suo enorme terrapieno, costituirebbe una enorme e lunga barriera artificiale e, in caso di piena del fiume, le acque, non potendo defluire, si riverserebbero all’indietro sul prossimo abitato di Cologna spiaggia.
Occorre inoltre considerare il grave consumo di suolo. Come testimonia il rapporto Ispra presentato il 25 ottobre 2023. Tra i comuni che hanno sacrificato più suolo tra il 2021 e il 2022 ci sono Mosciano e Spoltore con 7 ettari e poi Roseto con 6 ettari. Letteralmente sconcertanti i dati di consumo di suolo registrati da Ispra per le aree sottoposte a vincolo. Ben 46 ettari di aree sottoposte sulla carta a vincolo paesaggistico sono state trasformati in un solo anno.
Con DPCM del 5 agosto 2021, ai sensi dell’art. 4 del D.L. 32/2019, convertito con modificazioni dalla L. n. 55/2019 il progetto IV lotto Teramo-mare è stato affidato al Commissario straordinario, dirigente ANAS, Ing. Eutimio Mucilli. Il commissario Mucilli, incurante dei numerosi rilievi mossi all’opera e della mancanza del parere della Commissione di impatto ambientale, ha indetto ls conferenza dei servizi decisoria. Tale conferenza risulta illegittima, come da nota del Ministero della cultura, che ha sottolineato rispondendo alla convocazione come i provvedimenti di autorizzazione di un progetto adottati senza la verifica di assoggettabilità a VIA o senza la VIA, ode prescritte, sono annullabili per violazione di legge – Comitato Terra Lieta Val Tordino e Forum H20

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