TERAMO – “Vogliamo vederci chiaro e avere contezza delle responsabilità di chi ha rilasciato il nullaosta, collaudato l’opera e permesso di fare la compravendita, se ci sono problemi nelle abitazioni e non ci fermeremo. Finiranno le carte in Procura, se vi saranno notizie di reato”. Così il presidente della Commissione di Vigilanza della Regione Abruzzo, Sandro Mariani, in ispezione questa mattina alle case Ater di via Balzarini, a Teramo. Ispezione richiesta da Luciano D’Amico, ha precisato Mariani, “per verificare di persona le segnalazioni sui problemi degli alloggi e per dire ai coinquilini, che vivono disagi da tempo, che non solo soli”. Con lui anche il consigliere regionale Giovanni Cavallari e l’assessora comunale Pina Ciammariconi. E gli inquilini degli alloggi.

Qualcosa a oggi si è fatto, informa Mariani e dopo l’interesse della Commissione Vigilanza sulla questione, “si è capito che un ‘pacchetto’ di immobili doveva essere affidato all’USR che ha già definito i tempi e quindi sappiamo che ci sono prospettive più rosee”. E sulla questione che gli alloggi di via Balzarini possano ospitare i convittori “sfrattati” dal Delfico: “se ci sono delle opere incompiute che non rendono autonome le strutture, soprattutto per l’aspetto energetico, bisogna stabilire chi andrà a completare le opere che mancano”, ha aggiunto il presidente della Commissione che non ha inteso esprimere oltre il suo parere sulla scelta.

“Almeno non si spengono i riflettori su questa ‘barzelletta tragica’ – è il commento di Elisabetta Cerasi, che ha i genitori in via Balzarini -. Vorremmo che finisse lo scempio che viviamo da otto anni e quali criteri sono stati usati per lo spostamento di alcune persone e altre sono rimaste. Non ci sono le condizioni giuste per viverci, in questo condominio”. I problemi sono quelli enunciati e denunciati da tempo: costi altissimi, malfunzionamento degli impianti energetici, condizionatore e fotovoltaico che manca, allagamenti, ascensore non funzionante e mancanza di mezzi pubblici, con coinquilini anziani e che hanno anche problemi di salute.

“Abbiamo chiesto di essere ascoltati perché volevamo delle risposte certe e chiare – aggiunge Cerasi -. Siamo in 8 famiglie qui e vogliamo sapere quando saranno risolti questi problemi, ma all’Ater nessuno risponde”.

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