Gentile Direttore,
apprendiamo con sconforto la sentenza pronunciata oggi dal Tar Abruzzo in merito all’abbattimento selettivo di 469 cervi in Abruzzo. Come operatori culturali, sentiamo di non voler tacere dinanzi ad una barbarie incipiente e vergognosa per dei tempi che dovrebbero gridare alla modernità. La caccia è, lo ribadiamo con forza, un orrore che dovrebbe essere archiviato e stipato nel secolo scorso e che invece, ancora oggi, è considerato uno sport con finalità ludiche. Ci sono cose che non dovrebbero neppure essere discusse: il sangue non fa mai rima con il divertimento né con il sorriso, almeno è questo, gentile direttore, che come operatori teatrali, innumerevoli progetti ministeriali ci spingono a insegnare ai nostri allievi delle scuole elementari e medie. Piccoli allievi cui siamo chiamati a mentire, poiché nella realtà dei fatti, della natura e dei suoi abitanti non umani non interessa mai a nessuno. E noi oggi, come attori ma anche semplicemente come genitori ed esseri umani, siamo stanchi di mentire ai nostri ragazzi. Le scriviamo dunque questa lettera per chiederLe, in forma aperta, cosa dovremmo dire domani ai nostri studenti. In che modo spiegare loro che Bambi può essere ammazzato per puro divertimento e che tutto quello che sino ad ora abbiamo detto esiste in realtà solo sulla carta stampata dei libri, ma fuori dalle mura protette delle loro aule la regola è ben diversa. E questo, gentile Direttore, non vale unicamente per la strage dei cervi che sta per compiersi. Assistiamo passivi, quotidianamente, ad una logica in base alla quale asfaltare fa rima con progresso, chiediamo ai nostri figli di avere rispetto per quello stesso ambiente che siamo i primi a deturpare per fare quattrini. Una logica per la quale la società civile ed il suo parere vengono costantemente ignorati.
Gentile Direttore, siamo stanchi di questo mentire. Entriamo nelle aule delle scuole consapevoli di contribuire a crescere dei piccoli rivoluzionari, nella speranza che quella modernità, che tanto modernità non è, non cancelli domani quella fiducia in un futuro diverso, che le maestre e i maestri ostinatamente insegnano loro. Nella speranza che le belle parole dei progetti ministeriali a tutela della natura non si schiantino troppo presto contro una realtà in cui la vita di un cucciolo vale 50 euro. Con che occhi, domani, mentiremo ancora? Noi non lo sappiamo fare più. Un mondo migliore sarebbe possibile, basterebbe solo saperlo ascoltare; fateci tornare bambini, anche solo per qualche ora.
Compagnia teatrale Gli Sbandati