Dal 1961, centinaia di migliaia di persone provenienti da ogni parte del mondo hanno marciato da Perugia ad Assisi per promuovere il rispetto dei più importanti valori e diritti universali. Marcia dopo Marcia, la PerugiAssisi è diventata il simbolo dell’impegno fattivo dell’umanità per la pace, la dignità e l’uguaglianza, la solidarietà, i diritti umani, la libertà, la giustizia, la fraternità. Per questo le Diocesi – non quella di Teramo – le associazioni, i gruppi di ogni orientamento invitano i giovani della nostra Diocesi a partecipare alla Marcia della Pace ad Assisi il prossimo 10 ottobre. E lo faccio anch’io nella mia pochezza.

Ritrovarsi tutti ed in tanti lungo i 20 chilometri di cammino sarà bello e importante perchè abbiamo la possibilità di dare un chiaro segno alla nostra chiesa che la pace non ha associazioni, bandiere, colori politici, religione o nazionalità ma è un bene prezioso che ci è stato donato da custodire tra noi fratelli.  3 pullman partiranno dall’Abruzzo più varie macchine. Sarà, ancora una volta, una catena di impegno per la pace che unirà gli uomini e le donne di buona volontà! Il grido della pace si alzerà alto per farlo giungere al cuore di tutti con l’anelito di pace. Perché la riduzione del fatto “guerra” va accompagnata con la capacità di costruire la pace, di dare un sale ad essa, di riferirla ad un nuovo uomo, e nuova società, e nuova realtà. Se è vero che le guerre hanno inizio nelle menti degli uomini, anche la pace ini­zia nelle nostre menti. La stessa specie che ha inventato la guerra ha le capa­cità per inventare la pace. La responsabilità spetta a ciascuno di noi

A cento anni dalla prima guerra Mondiale  sarà una marcia per la pace e la fraternità. Cento anni dopo quell’inutile strage, migliaia di persone si metteranno in cammino per dare voce alla domanda di pace che sale da ogni parte del mondo e per dire basta a tutte le guerre, alle guerre fatte di scontri armati e alle guerre meno visibili, ma non meno crudeli, che si combattono in campo economico e finanziario con mezzi altrettanto distruttivi di vite, di famiglie, di imprese. Per il diritto umano alla pace

A cento anni dallo scoppio della prima guerra mondiale, le Nazioni Unite hanno finalmente avviato le procedure per riconoscere la Pace quale diritto fondamentale della persona e dei popoli. La Marcia Perugia-Assisi del 10 ottobre 2021 è una importante tappa della campagna di mobilitazione lanciata in Italia a sostegno del processo avviato dalle Nazioni Unite. Si tratta infatti di una straordinaria opportunità per impegnare gli Stati ad agire con maggiore determinazione e coerenza in favore della sicurezza umana, di un disarmo reale, della risoluzione pacifica dei conflitti in corso, del rafforzamento democratico delle istituzioni internazionali, della costruzione del sistema di sicurezza collettiva previsto dalla Carta dell’Onu. Per l’affermazione del diritto alla pace devono mobilitarsi tutte le persone di buona volontà, le associazioni di volontariato, i movimenti sociali, in particolare gli Enti locali e le Regioni che in Italia, per primi al mondo, a partire dagli anni ’80, hanno inserito in migliaia di statuti e di leggi l’esplicito riconoscimento del diritto alla pace. Sui passi di Francesco… per la globalizzazione della fraternità.

Raccogliendo l’appello lanciato da Papa Francesco il 1 gennaio, la Marcia Perugia-Assisi e la sua preparazione saranno dedicate alla promozione della “globalizzazione della fraternità” che deve prendere il posto della globalizzazione dell’indifferenza. La fraternità è il principio umano e politico capace di aiutarci ad uscire dalla crisi insieme, più liberi ed eguali. Un principio che va dunque scoperto, amato, sperimentato, annunciato, testimoniato e tradotto in agenda politica dalle città all’Onu. L’Europa è un grande esperimento di pace nato all’indomani di due grandi, tragiche, guerre mondiali. Un esperimento incompleto che rischia di fallire sotto il peso di una lunga serie di errori, egoismi e nazionalismi. Eppure dell’Europa abbiamo bisogno come della pace con l’obiettivo di costruire, insieme con l’Onu, un mondo più pacifico e democratico. L’Europa della fraternità che dobbiamo costruire può cominciare con il riconoscimento dello statuto di cittadinanza europea-plurale.