TORTORETO – Mentre i giuliesi, sotto l’ombrellone, ricevono dalla neo riconfermata amministrazione comunale riduzioni importanti sulla Tari, i tortoretani andranno in ferie con la stangata degli aumenti sulla tariffa applicati dall’amministrazione guidata da Domenico Piccioni. E’ quanto emerso lunedì nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale in cui si è discusso proprio dell’imposta che penderà nei prossimi mesi sui contribuenti tortoretani. «Nel corso della seduta – spiega il capogruppo di Tortoreto Più Libera D’Amelio – sono state deliberate ( e non certamente con il voto del nostro gruppo consiliare) le nuove tariffe che subiranno un aumento medio del 8,14% nel 2024 e ancora più incerti saranno gli aumenti dei prossimi anni. Si perché dal 2025 non sarà più il Comune a definirne le tariffe ma l’AGIR, autorità regionale che acquisisce i dati dal comune ed è chiamato di conseguenza a elaborare le tariffe».

«Anche da questo punto di vista – chiosa il consigliere Martina del Sasso- la situazione non è rosea, dato che l’Amministrazione Piccioni dichiara per il 2024 ed anche per il 2025 una percentuale di raccolta differenziata al 58% contro l’obiettivo regionale del 70%; una qualità del servizio non soddisfacente. Dati negativi, fanno solo presagire aumenti di tariffe incontrollate».

A giudizio delle due esponenti di Tortoreto Più, l’amministrazione Piccioni ad oggi non ha ancora elaborato un piano di gestione per il contenimento degli aumenti e lascia la popolazione tortoretana nell’incertezza di un ente sovra comunale. «La nostra proposta come gruppo consiliare è quella di un tavolo tecnico per definire gli standard a cui nei prossimi anni dovremo attenerci e stabilire modalità di contenimento delle tariffe perché non è possibile invocare sempre l’aumento dei costi gestione che si ripercuotono sulle tariffe. Servono tutele per i nostri concittadini alle prese con i rincari sulle altre bollette, ma non vediamo da parte di questa maggioranza nessuna leva politica per calmierare i costi in continuo aumento che gravano sulle famiglie a cui si chiede di contribuire con la raccolta differenziata»