LAMPEDUSA – “Quello odierno deve essere un momento di confronto istituzionale che lasci il segno. Dobbiamo ripeterci, con il valore delle istituzioni qui presenti, che non esiste pace senza cooperazione; non può esistere la pace senza la solidarietà; non c’è pace se non si cancellano le diseguaglianze. E’ quanto, in sintesi, esprime la Carta di Teramo, la cui sottoscrizione – da sindaco – mi riempie di orgoglio.
Il documento è stato redatto quando la pandemia non era ancora immaginabile ma oggi, proprio per l’esperienza dell’emergenza planetaria, assume una rilevanza significativa: si colloca in una fase molto importante, legata alla necessità di creare una reale collaborazione e coesione tra popoli.
Ecco allora, che dobbiamo iniettare la cultura del rispetto, dell’amicizia, della solidarietà; e in questo, tutte le istituzioni devono svolgere un ruolo fondamentale. Dico ciò da guida di una comunità, perché i sindaci hanno un ruolo fondamentale, costituiscono la cinghia di trasmissione come soggetti di prossimità.
La Carta di Teramo porta con sé un principio assolutamente decisivo: cambiare l’attuale modello di sviluppo, e farlo al più presto, nell’attuazione di interventi contrassegnati dalla operatività. E’ importante che si ribadisca questo da Lampedusa, autentica porta d’Europa e crocevia dei diritti, della cultura dell’amicizia e della solidarietà. Ma allora è necessario chiederci, qui, quale Europa vogliamo, cosa sia oggi il nostro Continente, in particolare dopo la pandemia, e come si rapporta con gli altri Continenti, ricordando che la nostra identità si fonda sui diritti della solidarietà e dell’amicizia e sulla base di questi ci rapportiamo tra noi e con gli altri.
Ormai i confini sono saltati, e dobbiamo affermare e trasmettere quei valori che proprio qui a Lampedusa possiamo rimarcare, coi quali riempire la nostra idea di Europa. Ora dobbiamo rimuovere le barriere e uno strumento come la Carta di Teramo è fondamentale, perché nasce dalla lettura della realtà, dall’analisi dei fenomeni, dalla considerazione delle opportunità e ha l’ambizione di superare se stessa per diventare strumento concreto di sviluppo. Cosi come è per la nostra presenza oggi, in questa straordinaria occasione: una presenza che non si traduce in una mera adesione ma che vuole delinearsi come l’assunzione di una operatività e di una operosità che danno cuore, mani, volti, intelligenze agli intenti e alle dichiarazioni.
Così, la presenza del Comune di Teramo diviene centrale perché la nostra comunità esprime non solo una testimonianza di partecipazione ad un progetto ma si caratterizza per la ferma volontà di contribuire con azioni e interventi, ad un programma fattuale. D’altronde la Carta di Teramo dimostra che è necessaria la solidarietà istituzionale, che si traduce nello stringersi la mano per camminare insieme e per eliminare le situazioni di diseguaglianza e ingiustizie.
?In questa ottica Teramo e Lampedusa stanno predisponendo un protocollo di intersa che definirà le azioni concrete per dare al rapporto tra le due città quella base di concretezza operativa con la quale trasformare i bellissimi intenti in meravigliosa realtà.
Sappiamo che non basta un momento di confronto ma è importante che questo diventi la cinghia di trasmissione per le future generazioni, per insegnare il rispetto della cultura dei diritti umani, e ribadire che al centro di ogni attività deve essere posto l’uomo.
La Carta di Teramo è una piattaforma da cui partirà una costola attraverso le istituzioni che consentirà di mettere in campo azioni istituzionali e messaggi di vera pace – Gianguido D’Alberto