Un passaggio del testimone tra chi è guarito e chi rischia di perdere la vita
Così mi sembra di poter inquadrare quanto propone il Dott. Giuseppe De Donno, Primario della Struttura di Pneumologia dell’Ospedale Carlo Poma di Mantova, attraverso la plasmaterapia.
Questo medico, che certamente non ha l’appeal di una “star” ma è lui il primo a definirsi “un medico ospedaliero che vuole dare una risposta ai tanti che non ce l’hanno fatta”, ha riproposto un metodo antico che però mostra per intero tutta la sua efficacia: traferire il plasma iperimmune di chi è guarito da covid.19 a chi risulta, invece, positivo al virus.
De Donno non è solo, così come non si muove indipendentemente dal resto del territorio l’ospedale di Mantova, perché sta intraprendendo questa battaglia insieme al Policlinico di Pavia.
Se riflettiamo un po’, la strategia presenta una analogia con la “corsa a staffetta” : quella per cui l’atleta, dopo aver fatto un giro di pista, decelera per passare il testimone al compagno di squadra, che compie il giro a sua volta.
Quindi riassume in sé tutto il fascino dell’atto generoso di chi ce l’ha fatta, ma non vuole tenersi tutto per sé quello “scampato pericolo”. Al contrario, intende condividerlo.
Che dire? Davvero entusiasmante la prospettiva, soprattutto perché si esprime attraverso l’atto della donazione.
Infatti, in stretta intesa con De Donno, opera su questa sperimentazione il Direttore della struttura di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale Massimo Franchini oltre ad altri reparti, come la Medicina di Laboratorio ed il Reparto della malattie infettive.
La Plasmaterapia è una alternativa al vaccino? E’ presto per dirlo: qui stiamo parlando di una cura, che è però confortata dall’aver guarito tutti i pazienti che sono stati sottoposti a questo trattamento, forse anche perché il protocollo è stato attuato quando la compromissione del soggetto, positivo al covid.19 non era ad uno stadio molto avanzato.
La mia sensazione è che le competenze sanitarie, sia al livello di ricerca che di pratica ospedaliera, dovrebbero trovare al loro interno una maggiore sinergia e conseguire quei risultati che tutti auspichiamo.
Certo, la Commissione Scientifica non si pronuncia ancora perché la sperimentazione della Plasmaterapia è in corso e quindi non ha l’imprimatur della validazione, ma la speranza che sta facendosi largo è che tale procedura possa rivelarsi un’arma vincente nella ipotesi che dovesse ripresentarsi una recrudescenza del contagio in termini di “onda di ritorno”.
Un rischio che non dobbiamo correre.
di Ernesto Albanello