ROMA – Le misure piu’ restrittive della zona arancione colpiscono piu’ di 4 italiani su 10 (44%) nonostante interessino solo cinque regioni che si classificano pero’ tra le piu’ popolose a livello nazionale. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in riferimento alla nuova Ordinanza del ministero della Salute in vigore dal 10 al 15 gennaio con la quale passano in area arancione le Regioni Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto. Nelle 5 regioni arancioni vivono 26,3 milioni di italiani sottoposti a restrizioni su spostamenti, orari e attivita’. La mappa delle zone arancioni vede la Lombardia che con 10,1 milioni di abitanti, la Sicilia con 4,9 milioni, il Veneto con 4,9 milioni, l’Emilia Romagna con 4,5 milioni e la Calabria con 1,9 milioni. La nuova maxi area nazionale arancione blocca di fatto 140mila bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi con un drammatico effetto sul settore che ha gia’ perso il 48% del fatturato nel corso del 2020. La serrata imposta dalle misure anti contagio sin estende a regioni dove molto diffuso e’ il consumo alimentare fuori casa e colpisce complessivamente quasi il 38% di quelli esistenti in Italia compresi gli agriturismi.
Nelle regioni interessate dal provvedimento sono sospese tutte le attivita’ di ristorazione al tavolo e, quindi, anche la somministrazione diretta di pasti e bevande da parte degli agriturismi. Nelle zone critiche e’ consentita la sola consegna a domicilio, nonche’ l’asporto che tuttavia non sono sufficienti a dare sostenibilita’ e spesso a giustificare le aperture. Gli effetti della chiusura delle attivita’ di ristorazione – continua la Coldiretti – si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualita’ che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Le limitazioni alle attivita’ di impresa devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l’economia e l’occupazione – AGI –