Il deputato Antonio Zennaro è intervenuto questa mattina in Commissione Finanze sulla questione del salvataggio della Banca Popolare di Bari, nell’ambito delle audizioni sul sistema creditizio del Mezzogiorno e sulla realizzazione di una banca d’investimento.

 

“Come prima cosa intendo ridimensionare la narrazione che alcuni media e alcuni esponenti politici hanno costruito in queste settimane, che vuole far coincidere i problemi della Popolare di Bari con l’acquisizione dell’ex Tercas, basandosi di fatto su un mero calcolo dell’aumento dei crediti deteriorati. Una narrazione che non considera alcuni aspetti importanti che hanno aiutato a sostenere il conto economico della banca, come l’apporto di tutta la clientela “private e affluent”, la vendita di prodotti assicurativi, l’acquisizione delle tesorerie degli enti locali abruzzesi. Solo dopo una ricognizione chiara dei conti della Popolare di Bari da parte del Commissario si potranno fare delle considerazioni appropriate. Sarebbe pericoloso costruire un’immagine non veritiera, in Abruzzo la BPB ricordiamo essere prima banca sia per sportelli che per quota di mercato.” – dichiara Zennaro.

 

“Bisogna andare cauti anche con le strumentalizzazioni che si muovono sull’asse politica Regione-Governo. Benissimo i tavoli di lavoro con i sindacati, ma poi non si può venire a Roma e puntare il dito sul Decreto per fare polemica nazionale.” – continua il deputato – “Il Commissariamento della Banca d’Italia potrebbe avere un effetto distruttivo sugli imprenditori, se si verificasse la richiesta del rientro immediato dei fidi. Ricadute tremende sia per le aziende che hanno subito l’arresto del terremoto sia per quelle che stanno avviando progetti di sviluppo e rischiano di trovarsi con le operazione bloccate. Una spirale negativa che andrebbe ad inserirsi in un sistema creditizio  Abruzzo che da dieci anni subisce continue e importanti flessioni in termini di accesso al credito alle imprese.” 

 

E conclude – “In questo contesto l’intervento pubblico dovrà difendere le filiali abruzzesi ed evitare lo spacchettamento,  con gli imprenditori costretti a spostarsi nelle banche del nord per le pratiche di fido, in cui diventerebbero un mero rating bancario, senza conoscenza del tessuto economico imprenditoriale da cui provengono.”