TERAMO – Questa mattina si è svolto presso la Prefettura di Teramo, l’ennesimo sit-in dei lavoratori impegnati nel servizio di manutenzione delle aree verdi della Asl di Teramo. La protesta va avanti ormai da diversi giorni a seguito della scelta, da parte dell’azienda aggiudicataria dell’appalto, di non riassorbire le 15 persone impegnate da anni nel servizio suddetto. Un gruppo di lavoratori è stato ricevuto dalla dott.ssa Strippoli, Capo di Gabinetto della locale Prefettura. I rappresentanti di Categoria, Alessandro Collevecchio per la FAI CISL, Tonino Di Giammartino e Delfino Coccia per la UIL, hanno ribadito il loro più totale disappunto rispetto a quanto sta accadendo. In particolare hanno evidenziato che contrariamente a quanto previsto nel capitolato d’appalto, la nuova ditta continua a non dare nessun tipo di garanzia di continuità occupazionale. Questa situazione ha messo letteralmente alla fame 15 famiglie monoreddito, che già percepivano basse retribuzioni e che addirittura, allo stato attuale, con il contratto da florovivaisti non hanno diritto alla Naspi e dovranno aspettare il prossimo anno per poter usufruire della disoccupazione agricola.

Per questi motivi le OO.SS. hanno richiesto alla Prefettura la convocazione di un tavolo alla presenza sia della Asl di Teramo che della ditta. All’incontro erano presenti anche Fabio Benintendi della Cisl e Massimiliano Bravo della Uil, i quali oltre a sostenere la vertenza in atto, hanno manifestato forte preoccupazione rispetto alla tenuta complessiva del sistema degli appalti.

“Ci auguriamo – hanno dichiarato Benintendi e Bravo – che la situazione venutasi a determinare venga immediatamente risolta con il pieno riassorbimento dei 15 lavoratori, così come è avvenuto fino ad oggi nei numerosi cambi di appalto gestiti dalla Asl di Teramo. Di fronte ad un capitolato di gara che contemplava la clausola sociale e che conteneva l’indicazione puntuale del numero di lavoratori da riassorbire, non possiamo permetterci il lusso di creare un precedente che rischia di minare le garanzie sociali che sono un fondamento imprescindibile dei processi di esternalizzazione. Ci auguriamo che quanto sta accadendo rimanga una spiacevole parentesi di qualche settimana e confidiamo nel senso di responsabilità di tutti i soggetti coinvolti. Giù le mani dagli appalti. Per quanto ci riguarda non indietreggeremo di un millimetro, mettendo in atto tutte le iniziative e forme di protesta ritenute necessarie per tutelare la dignità dei lavoratori coinvolti periodicamente nei cambi di appalto”.