TERAMO – “Mai avrei creduto che si potesse assumere la decisione di ospitare i ragazzi sgomberati a seguito del sequestro del Liceo Classico-Convitto nella cosiddetta Fabbrica del Benessere (alloggi di via Balzarini, ndr). L’edificio avrebbe potuto determinare il benessere di anziani benestanti forse, ma non ne sono sicura; certamente non lo ha creato alle famiglie di sfollati alle quali era destinato e per le quali l’edificio era stato acquistato dalla Protezione Civile. Se la Fabbrica del Benessere non presentava le condizioni minime di vivibilità per le famiglie, tanto che sono state gradualmente spostate e ora saranno trasferite anche le ultime rimaste, per le ragioni che chiunque – per ragioni istituzionali e non – si occupa degli eventi post-sisma conosce benissimo, non riesco a credere che TUTTI gli attori della ricostruzione abbiano potuto avallare questa soluzione!

Ora i ragazzi potranno stare senza illuminazione condominiale, senza riscaldamenti, con vetri che non sono oscuranti, senza servizio pubblico di trasporto, senza cucine: se avessero bisogno di una camomilla, devono aspettare il rider che la porti dalla città? Riusciranno a risolvere queste criticità nei tempi stretti cui si fa riferimento? Se sì, perché non è stato fatto niente negli anni precedenti?

Chi si occupa di ragazzi sa che per la loro crescita è fondamentale la socializzazione e il contesto, come possono socializzare ragazzi portati a vivere a chilometri dal centro cittadino che possono raggiungere solo con il mezzo pubblico, con le poche corse dell’autobus la cui fermata è a circa un chilometro dalla loro residenza? Si vuole creare un’enclave, forse?” – Anna Di Ottavio, rappresentante degli sfollati –