In Italia e in Abruzzo si stanno preparando delle manifestazioni per la pace, senza bandiere , per dare la possibilità agli italiani di invocare una soluzione diplomatica che serva a far finire la guerra in Ucraina. E ancora: un ruolo nuovo per l’Ue, finora troppo appiattita sulla strategia americana e che adesso deve farsi promotrice di una conferenza internazionale da tenere in Europa sotto l’egida della Nazioni Unite e con il coinvolgimento del Vaticano. Un grande evento pacifista. Per tutti i cittadini che vivono con preoccupazione l’escalation militare in corso e che così potranno ritrovarsi a manifestare per invocare una svolta negoziale che ponga fine al conflitto. Mentre si parla di un’escalation anche con ricorso all’utilizzo di armi nucleari e non convenzionali e occorre affrontare una severa depressione economica.
In questo contesto si collocherebbe la marcia per la pace, “senza bandiere”, che non indebolirebbe la posizione internazionale dell’Italia: al contrario si rafforzerebbe il protagonismo di Roma sulla strada della diplomazia, coinvolgendo gli altri partner Ue e uscendo da questa situazione in cui l’Europa risulta ‘non pervenuta’, in quanto totalmente appiattita su una strategia anglo-americana. Un errore gravissimo perché stiamo parlando di una guerra su suolo europeo, e, allo stato, anche un eventuale negoziato di pace si svolgerebbe sopra la testa dei nostri paesi. Si prospetta un tracollo di credibilità per l’intera Unione Europea. Al momento è stato costituito un comitato nazionale organizzatore ma nessuna manifestazione è stata fissata. Ma dai territori e sul web la richiesta di scendere in piazza circola da giorni. E’ un appello a tutte le forze politiche, sociali, sindacali, culturali in nome dell’articolo 11 della Costituzione . Cosa si aspetta? Anche la passività è complicità con la guerra. Il proseguimento del conflitto non va dato per scontato, bisogna mobilitarsi, far sentire la propria voce e spingere in direzione di una azione politico-diplomatica volta a far tacere quanto prima le armi proprio perché Putin è un guerrafondaio è necessario insistere, dando seguito alle parole di Papa Francesco, lavorando affinché entrambe le parti in causa tornino a sedersi intorno a un tavolo e diano vita a negoziati non di facciata. La costante escalation sia militare che verbale rende concreta la minaccia nucleare, che va scongiurata, mettendo in sicurezza il mondo da questo terribile pericolo.
Perché non organizzare proprio a Teramo questa manifestazione per l’Abruzzo. O l’assessore che il 23 maggio ha provato a boicottare il Premio Borsellino, se non può farsi le foto, non è interessato?