Tre punti sugli otto monitorati lungo la costa abruzzese sono fortemente inquinati: la foce del fiume Alento, quella del Feltrino e quella del canale in località ‘la foce’ a Rocca San Giovanni. Lo dice il monitoraggio di Goletta Verde in Abruzzo. Secondo Legambiente dal dossier ‘Mare monstrum’ emerge che in Abruzzo si registrano 5,5 reati ogni chilometro. “Una situazione – spiega Legambiente – in linea con la realtà dello scorso anno e che conferma specifiche criticità in uno scenario complessivo di miglioramento”. A influire sui valori rilevati probabilmente problemi legati a una cattiva o assente depurazione. Gli altri cinque punti monitorati sono risultati con valori dentro i limiti di legge. “Con il nostro monitoraggio – specifica Legambiente – non intendiamo rilasciare patenti di balneabilità, sostituendoci alle autorità competenti in materia di controlli e balneazione, ma portare all’attenzione di amministratori e cittadini le criticità che minacciano qualità e salute dei nostri mari. E’ necessario spingere le amministrazioni a mettersi in rete e confrontarsi per migliorare la depurazione e la qualità dell’acqua dei fiumi che poi arrivano nel mare. “È ora di dire basta ad ogni forma di alibi – dichiara Mattia Lolli, portavoce della Goletta Verde – e intervenire per porre fine a queste emergenze che causano danni all’economia, al turismo e soprattutto all’ambiente. L’obiettivo del nostro viaggio è mantenere alta l’attenzione contro mala depurazione, trivellazioni di petrolio, cemento illegale e marine litter. Crediamo siano questi i veri nemici del mare”. “Una situazione quelle delle acque abruzzesi che conferma l’inversione di tendenza dello scorso anno, grazie anche a investimenti consistenti nel sistema di depurazione – dichiara Giuseppe Di Marco, presidente di Legambiente Abruzzo – In particolare, deve essere riversata una forte attenzione sulle criticità di alcuni punti della Costa dei Trabocchi che comunque quest’anno guadagna le tre vele della guida Blu”. Il monitoraggio di Legambiente (prelievi eseguiti tra 18 e 19 giugno scorsi) prende prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento: foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta all’insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano in mare. I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli); vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo.
I risultati hanno risentito delle diverse condizioni meteo tra il mese di giugno, dove l’intensa piovosità delle settimane precedenti ha causato maggiori portate di fossi, canali e fiumi in mare, e le scarse precipitazioni nel periodo successivo con minor apporto dei corsi d’acqua. Gli altri punti monitorati, le cui acque sono state giudicate con inquinanti “entro i limiti di legge”, sono: tratto fra Martinsicuro e Alba Adriatica (Foce fiume Vibrata); Giulianova (Spiaggia fronte Thaon); Montesilvano (Spiaggia presso traversa IV, 100m sud fiume Saline); Pescara (Spiaggia in corrispondenza piazza Primo Maggio) e Casalbordino (Fiume Sinello). Vi sono criticità sulla cartellonistica informativa rivolta ai cittadini che, nonostante sia obbligatoria da anni per i Comuni, non viene rispettata. Indicazioni che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare e i dati delle ultime analisi. Solo a Francavilla al Mare (Chieti) presso la Foce del fiume Alento i tecnici di Goletta Verde hanno segnalato la presenza di questo cartello, mentre in due casi nei punti non campionati dalle autorità competenti non era presente il cartello di divieto di balneazione come previsto dalla legge. Tra i fattori inquinanti, spesso sottovalutati, c’è l’improprio smaltimento di oli esausti. Anche quest’anno il CONOU, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, affianca le campagne estive di Goletta Verde e di Goletta dei Laghi di Legambiente. Il Consorzio è punto di riferimento italiano per raccolta e avvio a riciclo di oli lubrificanti usati sul territorio nazionale. Nel 2018, in Abruzzo, il Consorzio ha raccolto 3.187 tonnellate di olio minerale usato. L’olio – che si recupera a fine ciclo di vita dei lubrificanti in macchinari industriali, automobili, barche e mezzi agricoli – è pericoloso per la salute e l’ambiente e, se smaltito indiscriminatamente, può determinare gravi effetti inquinanti. Se gestito e rigenerato correttamente diviene risorsa preziosa che torna a nuova vita sotto forma di basi lubrificanti. Il dossier Mare Monstrum 2019 di Legambiente, basato sul lavoro delle Forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto, vede in Abruzzo 698 infrazioni accertate dalle forze dell’ordine nel 2018 per reati legati al “mare illegale”: 763 persone arrestate o denunciate e 148 sequestri. In testa alla classifica i reati legati al mare inquinato (da intendere per scarichi inquinanti e mala depurazione): 270 quelli accertati lo scorso anno; seguono quelli legati al ciclo del cemento con 193 infrazioni accertate nel 2018; il saccheggio della risorsa ittica dove si contano 198 reati. Ultimo, ma non meno importante per la salvaguardia dell’ecosistema marino, è il contrasto alle pratiche illecite nella navigazione da diporto sanzionate da Guardia di finanza e Capitanerie di porto: in Abruzzo sono stati censiti 37 reati con 23 persone denunciate e 19 sequestri.