LANCIANO – Troppe ombre sugli appalti. La sanità deve essere pubblica. La politica locale e regionale si concentri su questo non tralasciando gli operatori impiegati dalle ditte nei servizi esternalizzati.
Il terremoto delle ultime ore riguardante i tre arresti e le indagini nella ASL di Pescara per un appalto da 11 milioni pilotato è solo l’ultimo campanello di allarme che registriamo. Ma per iniziare a porre rimedio a un sistema d’appalti complesso e radicato non sono bastati anni di denunce sindacali per le condizioni di lavoro del personale in appalto e non sono bastate le chiusure delle cucine degli ospedali degli scorsi mesi tra gli esempi più eclatanti.
Gli arresti del direttore del dipartimento di salute mentale, del legale rappresentante ASL e di una coordinatrice della coop La Rondine – unitamente al tragico suicidio del primo, il Dott. Trotta – ci auguriamo non siano vani. Perché mentre le indagini della magistratura seguiranno il proprio corso, gli abruzzesi hanno bisogno di trasparenza e sicurezza ed è ora che si metta un punto fermo sulle esternalizzazioni che in vent’anni non hanno portato miglioramenti sostanziali al sistema sanitario regionale, ai lavoratori e ai cittadini.
In un momento del genere non abbiamo bisogno di altra benzina sul fuoco, ma di un sistema sanitario regionale potenziato, che vada sempre più verso i cittadini, che tuteli e valorizzi le esperienze maturate dai lavoratori oggi in appalto per il bene della salute pubblica.
Chiediamo alla Regione e alla ASL di Pescara di evitare qualsiasi rischio di interruzione di un servizio tanto delicato come quello per la salute mentale, per il bene degli stessi pazienti, delle loro famiglie e dei lavoratori che troppo spesso invece pagano le mancanze del sistema sanitario regionale.
#bastappalti