È corsa al riammodernamento dei reparti degli ospedali alla Asl di Teramo, alcuni considerati in “situazioni disastrose”. Le strutture vecchie ed obsolete, tranne quelle dell’ospedale di Sant’Omero che è meno datato degli altri (altrimenti in altre, per stessa ammissione della Asl, non si può svolgere attività sanitaria), devono quindi essere soggette ad azioni di restyling che comportano esborsi di danaro. Cosicché il direttore generale ha ingaggiato una sua personale battaglia per continuare a ristrutturare i reparti: solo sabato prossimo aprirà quello di Endocrinologia di Atri, riammodernato e dunque più funzionale; poi sarà la volta di Otorino a Teramo, Lungodegenza a Sant’Omero, 118 a Roseto, ed infine Hospice e 118 sempre a Teramo. Questa la cronologia degli eventi.
Il lavoro di ristrutturazione per Atri è stato di 800 mila euro: “Una somma giustificata dal fatto che apportare dei lavori su una struttura già datata è sconveniente e molto onerosa anche per i diversi vincoli che presenta, comunque s’è fatto un reparto di endocrinologia modernissimo e molto funzionante”. Mentre Otorino a Teramo sarà completato nel mese di maggio: costo 400 mila euro. “I lavori termineranno a breve perché le condizioni preesistenti erano impossibili, in pratica non si riusciva a svolgere attività sanitaria”. Più che altro si stanno tappando i buchi “cercando la soluzione a reparti che erano in condizioni disastrose: immaginatevi complessi di 50 anni che hanno bisogno di profondo maquillage”.
Altro intervento si porterà a Lungodegenza a Sant’Omero ma qui “è più piccolo degli altri vista la struttura di più recente costruzione: si ricaverà uno spazio al Val Vibrata per ospitare una risonanza a 0,2 Tesla, in una parte esterna a radiologia ma attigua”.
Firmata da poche ore anche una delibera per la nuova sede del 118 a Roseto (costo 100 mila euro) “per la sede fisica dell’autoambulanza”.
Grandi manovre in prospettiva al Mazzini di Teramo: “”Il 118 potrebbe passare nei locali dell’ex sanatorio, perché gli attuali sono troppo stretti. Con l’occasione si potrà anche ampliare l’hospice”. Al contempo il pronto soccorso godrebbe di spazi maggiori.
Fagnano, nel nuovo corso di restyling, porta l’esempio di cardiologia di Giulianova dove si è fatto un lavoro eccezionale (“è come una clinica di lusso”), oppure di ortopedia di Teramo che “è molto accogliente”.
Un pensiero che rode la mente del dg è radiologia al Mazzini: “Bisogna inserire la nuova risonanza a 3 Tesla, qui ci sono problemi anche di impiantistica, di elettricità ma anche di gas e di conseguenti adeguamenti”.
“Il paradosso – prosegue Fagnano – è che oggi costano molto di più i lavori che le attrezzature tecnologiche da inserire”. Si porta l’esempio della risonanza da 1,5 Tesla, quindi di un certo rilievo, che è stata acquistata in una asta veloce della Consip, durata solo tre ore, a 550 mila euro “quando invece i lavori sono molto più onerosi. Fagnano cita l’angiografo i cui lavori per installarlo sono stati il triplo della stessa attrezzatura “perché, vista la sua pesantezza, si dovettero rifare solai e le fondamenta: abbiamo ospedali troppo vetusti” è la sua considerazione. “Le strutture sono tutte vecchiotte ed oltre a non essere pronte ad ospitare la tecnologia, presentano problemi sul versante dei percorsi: difatti vige una normativa di accreditamento per le attrezzature per cui si deve avere il bagno realizzato in un certo modo, oppure lo spogliatoio in un altro e così via”
È ovvio che poi alla fine il discorso cada sul nuovo ospedale. Ma l’iter a che punto è? “Stiano aspettando il decreto dal ministero della salute col quale si stanzia una parte della cifra totale, 82 milioni di euro”.
Maurizio Di Biagio