TERAMO – E’ stata una figura storica dell’imprenditoria teramana, espletando da autentico leader tutti i compiti riservati a chi riesce ad elevarsi sulla media, mantenendo intatte le qualità del signore d’altri tempi: educato, gentile, sorridente, modesto. Oggi pomeriggio, a 93 anni, si è spento Lino Filipponi, vittima anche lui del Covid. E’ stato un uomo che ha saputo mantenere intatti, sino al termine, tutti i valori che dovrebbero contraddistinguere il bene di una società che nel mentre era cambiata, non in meglio, ma con la quale, lui, ha comunque saputo coesistere.

E’ stato dirigente del Teramo Calcio partendo dall’Interamnia di Marcello Di Pasquale e, nel 1968, fu tra gli artefici della fusione con il Teramo Calcio. Nella stagione 1976-’77, dopo le dimissioni di Rabbi, rivestì la carica di vice presidente biancorosso insieme a Raffaele Di Giovanni (era l’era di Pediconi). Ci scrive Diego Di Feliciantonio, ricordandolo: “Nel periodo di Feliciano Orazi allenatore, io ero segretario del Teramo e di lui ho un ricordo bellissimo. Eravamo all’Hotel Excelsior di San Benedetto dove si svolgeva il mercato di serie C; andammo a cena e mi fece conoscere il grande presidente dell’Ascoli, Costantino Rozzi, del quale Lino era grande amico. Persona d’altri tempi: seria, buona, discreta. Preferiva restare sempre nell’ombra ma era fattivo in ogni circostanza come pochissimi“.

Lino Filipponi lascia la moglie Annamaria, le figlie Danila e Claudia ed il figlio Pierluigi; con loro, le amatissime nipotine Giulia, Melissa ed Agnese.

I funerali si svolgeranno in forma strettamente privata, lunedì.

All’intera famiglia Filipponi, le sentite condiglianze da parte della Ekuo S.r.l.