TERAMO – “Il titolo è giusto, incisivo, solenne ed efficace nello stimolare la memoria che sappiamo essere necessaria per costruire il futuro: ‘Teramo Città Capoluogo’ è un ottimo punto di partenza”. Inizia così la lettera aperta che l’Arci provinciale, a firma del suo presidente Giorgio Giannella, ha indirizzato al Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto sui temi relativi al Recovery Fund. “Per svolgere questo ruolo di ‘capoluogo’ però ad oggi serve uno straordinario sforzo di immaginazione sia per lo stato comatoso della nostra economia locale sia per una scarsa attitudine alla verità, alla rappresentazione del reale che racconta di una flebile centralità rispetto al territorio provinciale e svela una visibile marginalità politica ed amministrativa sempre più crescente rispetto al territorio circostante – continua la lettera – Teramo non sbaglierebbe a rispolverare bene il significato e il ruolo delle ‘città’ la funzione storica e soprattutto sociale ‘dell’urbs’. Questi spunti di riflessione che possono apparire distanti dal dibattito rispetto ai fondi del Recovery Fund in verità sono propedeutici, necessari, vitali e indispensabili. E’ una questione di maturità, di consapevolezza di sé, di quali prospettive immaginare rispetto alla funzione che la ‘città capoluogo’ dovrà svolgere nei prossimi 20 anni rispetto al territorio”.

“Per incominciare questo percorso, che sappiamo essere obbligato, costretto dalla pandemia, non certo voluto o cercato dall’apatia locale, bisogna rompere le abitudini secolari di un dibattito cittadino sempre ripiegato su se stesso, autoreferenziale e drammaticamente esclusivo ricondotto da sempre ad affare di pochi privati – scrive Giannella – In questo non possiamo che accodarci alle pronte puntualizzazioni del Wwf e di Cittadinanzattiva nate non da un improvviso senso di abbandono ma piuttosto dalla consapevolezza della sistematica, storica e reiterata metodologia, seguita già in molte occasioni anche da questa amministrazione, per la quale prima si ascoltano le Istituzioni i ‘costruttori’ e solo poi i vari potenziali ‘distruttori’ che manifestano come possono la propria opinione a cose fatte. Un gioco di ruoli che il territorio in questa fase storica non si può permettere. E’ un tema di qualità democratica del nostro vivere la ‘civitas’ come bene evidenziato dalla Riforma del III Settore e come già richiamato nel comunicato di Cittadinanzattiva”.

“La pandemia ha esasperato tutti gli indicatori già presenti sulle difficoltà di una città da troppi anni senza ruolo: privata del risparmio bancario locale, dopo il crollo delle Casse e Credito Cooperativo cittadini, con conseguente marginale autonomia finanziaria; vittima di una ricostruzione tardiva e quindi che rischia di diventare non funzionale; priva nel dibattito di strategie rispetto politiche ambientali che potrebbero migliorare la qualità della vita ed anche di politiche culturali capaci di generare crescita e sviluppo (sembra un ossimoro ma accade in altri paesi). Non possiamo certo pensare che ‘adda passà a nuttata’ – sostiene ancora l’Arci – anzi sarebbe deleterio sperare di nascondere sotto il tappeto le grandi questioni cittadine e perdere questa straordinaria occasione e sfida di progettazione partecipata che ci si manifesta in modo inequivocabile. I ragazzi che si incontrano, si assembrano e si pestano nella centralissima Piazza S. Anna non sono il problema, sono l’unica prospettiva che abbiamo ed è giunto il momento di parlarci”.

“Per tutte queste ragioni attendiamo e rinnoviamo la nostra disponibilità a partecipare ad un reale momento pubblico e collettivo di confronto che ad oggi, in qualità di espressioni territoriali di associazioni nazionali riconosciute dai rispettivi ministeri, percepiamo inesistente anche dopo l’approvazione del vostro regolamento sulla partecipazione. Dal canto nostro, per svolgere meglio il nostro contributo, proveremo ad unire più soggetti possibili del III Settore per la costituzione di un Cantiere dell’Immaginario per l’edificazione di una Società nuova che faccia dello stare insieme la Cura.
Certi della Vostra attenzione speriamo in una risposta pubblica”, conclude il Presidente dell’Arci provinciale di Teramo.