Ogni secolo ha i suoi geni: il nostro, appena iniziato da quattro lustri, forse ancora non ne ha trovati. Tuttavia un candidato si affaccia all’orizzonte, avanza con arroganza anzi, armato di una lucida follia, in apparenza, ma senza dubbio di una forza e una caparbietà fuori dal comune: è Donald Trump, insuperabile mattatore di sé stesso, ostinato difensore degli interessi di un’America vecchia e superata, trincerata nel fortino del proprio io, sorda alle esigenze di interessi planetari. Il tentativo goffo di un colpo di stato, mandando in avanscoperta i suoi “patrioti” ad assaltare il Congresso USA, miseramente fallito, i morti e i feriti causati dallo stesso, le sconfessioni degli elettori della Georgia che hanno dato il controllo della Camera Alta ai dem, la condanna di tanti americani, ivi compresi molti repubblicani, lo hanno convinto a desistere; ma solo per il momento. Ha pubblicamente e cinicamente dichiarato che non si darà mai per vinto. E, per paura di essere bloccato in qualche maniera da un impeachment burocratico, sta già pensando di assolversi, prima di lasciare la Casa Bianca, chiedendo per sé stesso, e concedendosi, la grazia. Più genio di questo mattatore di una storia parossistica con finale indolore è difficile trovarne.
di Pasquale Felix