ROMA – Bene il decreto per una banca d’investimento a sostegno del Mezzogiorno, ma attenzione all’impatto sui circa 3.000 dipendenti della Banca popolare di Bari, sottoposta a commissariamento e che verrà salvata attraverso il provvedimento.
E’ il messaggio dei sindacati, sentiti oggi in audizione alla Commissione FInanze della Camera. “Siamo favorevoli al decreto. Ci dev’essere il salvataggio della banca, pur non essendo una grande banca nazionale ha grande rilevanza nelle regioni del Sud. Ma non crediamo che i 900 esuberi ventilati possano essere fattibili, capitale umano deve essere salvaguardato“, ha detto il segretario nazionale Uilca Massimo Masi. Gianna Fracassi, vicesegretaria generale della Cgil, ha detto che “vogliamo sottolineare con forza che ci sono 3200 lavoratori che non solo hanno fatto quel sacrificio, ma devono avere alcune sicurezze e la banca d’investimento per missione alcune di queste non le dà perché ha necessariamente un organico inferiore. Se c’è una cosa che chiediamo con forza è che ci sia tutela e salvaguardia occupazionale dipendenti“. Giulio Romani, segretario confederale First Cisl, ha spiegato che “più 700 dei 900 milioni (dell’intervento di salvataggio, ndr) andranno a coperture e cessioni npl” della sola Popolare di Bari. Poi c’è tutto il tema dei 2907 dipendenti, mediamente giovani. E’ probabile che si si volesse ridimensionare ci sarebbero problemi con il fondo esuberi.
ROMA – La banca popolare di Bari ha un peso “poco importante sul sistema” bancario italiano, con appena lo 0,73% dei depositi del sistema italiano. Tuttavia “rispetto alle singole Regioni, il peso cambia in modo significativo: in Abruzzo la quota di mercato è del 13% circa in termini di depositi e del 18% in termini di filiali“, in Puglia del 9% e 7% rispettivamente, in Basilicata del 15% in termini di filiali, e “anche in Umbria ha un suo peso, così come in Molise“. Lo ha detto Enrico Ajello, commissario straordinario della Popolare, durante un’audizione alla Commissione Finanze della Camera. “Di questo ne dobbiamo tenere tutti conto“, ha detto Ajello – ANSA, 14:33 –
MILANO – “Speriamo che sia l’ ultima banca di medie dimensioni ad avere bisogno di un intervento. Poi ci saranno altri istituti ma più piccoli“. È il commento del presidente di Mediolanum Ennio Doris sul salvataggio della Popolare di Bari. “Sono d’ accordo sull’intervento del Fitd con 700 milioni, cui noi contribuiamo col 2%, poi ci sarà l’intervento del Mcc di simile ammontare. Speriamo nel futuro della Popolare di Bari, per la quale poi ci sarà un’aggregazione” ha aggiunto – ANSA, 14:43 –
ROMA – Il “significativo intervento su richiesta dei commissari straordinari, del Fitd per 310 mln euro entro il termine di dicembre è stato indispensabile per affrontare con più tranquillità le attività dei prossimi mesi, fra l’avvio del Commissariamento e il completamento delle attività preliminari“. Lo ha detto il commissario straordinario della Popolari di Bari Antonio Blandini, parlando durante un’audizione alla Commissione Finanze della Camera. Blandini ha aggiunto che “è stato sottoscritto un accordo quadro con il Mediocredito centrale che prevede come condizione l’avvenuta conversione in legge del decreto” in esame della Commissione, il 142 del 2019 per la creazione di una Banca d’investimento del Mezzogiorno. “La presenza della Popolare nel Mezzogiorno risulta determinante anche per il superamento del divario fra Nord e sud. Confidiamo dunque che questo decreto possa essere considerato meritevole di conversione” – ANSA, 14:43 –
ROMA – La Banca popolare di Bari, dopo una perdita di 420 milioni nel 2018, aveva al 30 giugno scorso una perdita di 73 miliardi di euro. “E’ evidente che presenta delle difficoltà oggettive” sul piano della redditività. Lo ha detto Enrico Ajello, commissario straordinario della Popolare, durante un’audizione alla Commissione Finanze della
Camera. Ajello ha spiegato che tali difficoltà sono legate anche al fatto che, nonostante la vendita di crediti deteriorati, non è migliorato il NPL ratio dell’istituto di apri passo con quanto avvenuto nel sistema bancario italiano: “anche per un effetto legato al patrimonio, la cui riduzione ja limitato la capacità di erogare nuovo credito. Questo ha creato una situazione di difficoltà” – ANSA, 15:25 –
ROMA – “La ‘road map’ per la Banca popolare di Bari punta a un piano industriale entro metà aprile, ed entro l’anno la trasformazione in spa“. Lo ha detto Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia che interverrà nell’operazione tramite Mcc. “Dopo la due diligence ad opera dei commissari straordinari – ha etto Arcuri -, questi “entro metà aprile dovranno elaborare un piano industriale, e dovrà essere sottoscritto l’accordo di co-investimento fra Mcc e il Fondo di garanzia. Entro il 30 giugno è previsto che si sia svolta l’assemblea, sia stata trasformata la banca, definito l’aumento capitale e adottato un nuovo statuto, e si immagina che entro il 30 settembre o intorno a tale data, o comunque entro fine anno, si possano ottenere tutte le autorizzazioni, nazionali o comunitarie, per trasformare concretamente la banca in spa, che si possa sottoscrivere l’accordo sindacale e avviare una nova stagione” – ANSA, 16:38 –
ROMA – Il decreto legge per la realizzazione di una banca di investimento “nella nostra interpretazione non ha a che fare con un intervento di salvataggio (per la Popolare di Bari, ndr), ma servirà ad alleviare” una delle barriere allo sviluppo e alla coesione del Paese, e cioè un costo di accesso al credito nel Mezzogiorno ben più alto che nel resto del paese, con un tasso d’interesse del 4,9% nel 2019 contro il 3,3% medio in Italia. Lo ha detto Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia che interverrà nell’operazione tramite Mcc, spiegando che “il decreto, per quanto riguarda la Popolare di Bari, lascia la possibilità a fine percorso di una scissione delle attività che il Mediocredito ha acquisito e che esse possano essere trasferite al Mef. Nel testo esistono le premesse perché non sia semplicemente un salvataggio. Non sarei onesto se non dicessi che l’intervento muove dalla soluzione di una crisi molto profonda di un istituto e può portare alla costruzione di un percorso diverso” – ANSA, 16:54 –
PESCARA – “Il rischio è lo spacchettamento delle filiali, lo spopolamento delle filiali nei piccoli centri, l’occupazione e il credito che avrà forti problemi: ecco perchè vediamo con favore la creazione di un tavolo continuativo nel tempo per monitorare tutto ciò che accade in Popolare di Bari’‘. E’ quanto dice all’ANSA Francesco Trivelli della Fisac, il maggior sindacato del settore in Abruzzo. Trivelli è reduce dall’incontro con l’assessore Febbo e lancia il suo allarme: “Noi siamo molto preoccupati per il territorio abruzzese: non ci nascondiamo che l’eventuale trasformazione di Pop. Bari in una banca di investimenti inevitabilmente avrà una ricaduta sull’Abruzzo, dove ci sono 800 dipendenti, che rappresentano il 25% del personale attuale dell’istituto,, sui 2.800 complessivi. Noi siamo preoccupati per questo secondo ‘choc’ bancario dopo le vicende Tercas e Caripe, a distanza di pochi anni da quei commissariamenti o vendite: l’Abruzzo è senza banche. Il rischio è l’ipotesi di vendita di filiali – e capire chi le compra – tenendo presente che oggi Pop. Bari in Abruzzo raccoglie 3,5 mld di euro a fronte di investimenti per 2,5 mld. Insomma, non ci preoccupiamo tanto dell’impatto occupazionale, quanto del sistema economico abruzzese nel suo complesso“. Per la Fisac quindi il rischio è sistemico: ”Specie in una regione dove locali restano solo le Bcc. Non vorremmo insomma che si pensasse ad un ‘Sistema Puglia’ in crisi oscurando il resto del paese – insiste Trivelli – bene quindi che la politica abruzzese abbia iniziato a porsi il problema come è già successo in Puglia e porti sul tavolo nazionale una eventuale vertenza Abruzzo” – ANSA, 17:57 –
ROMA – “Perdite certamente ne emergeranno, e siccome Mcc è portatore di denaro pubblico che non può colmare le perdite, il nostro intervento a carattere privato è destinato” a farsene carico. Lo ha detto Salvatore Maccarone, presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd) che partecipa al salvataggio della Popolare di Bari assieme a Mcc, ricordando che la cessione degli Npl, necessariamente sconto, comporterà perdite. “L’aumento di capitale che si farà sarà per una banca che non ha più perdite, queste verranno sopportate dal capitale presente e dal Fitd“, ha spiegato Maccarone – ANSA, 18:06 –
ROMA – “La Banca Popolari di Bari, a seguito del processo di rafforzamento patrimoniale e di ristrutturazione, rappresenterebbe per le imprese del Mezzogiorno una controparte seria e capace di finanziare le politiche di espansione e crescita e si candiderebbe a essere l’interlocutore ideale per tutte quelle realtà finanziarie che vorranno fare riferimento ad un gruppo solido e che possa affiancare i campioni nazionali nella crescita delle erogazioni nel Mezzogiorno e del relativo tessuto imprenditoriale ed
economico“. Lo ha detto Bernardo Mattarella, amministratore delegato di Mediocredito Centrale, durante un’audizione alla Commissione Finanze sul dl 142/2019. “Il coinvolgimento da parte di Mcc nell’operazione – ha detto Mattarella – può, quindi, rappresentare il primo passo verso la creazione di un polo bancario radicato nelle regioni meridionali, in cui si valorizzi la sua vocazione di motore dello sviluppo economico” – ANSA, 18:29 –
Domani mattina alle ore 9.30 è attesa l’audizione del Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto assieme al collega di Bari De Caro. Oggi il Primo cittadino ha avuto un incontro privato con l’Onorevole del M5S Antonio Zennaro. Quest’ultimo presente in Commissione Finanze ha dichiarato come da parte sua e del Governo ci sia la volontà di salvaguardare interamente il livello occupazionale. “Nessun licenziamento sarà accettato – ha detto Zennaro.