TERAMO –  Nei giorni scorsi la FLC CGIL, insieme alla Camera del Lavoro di Teramo, ha sostenuto le ragioni degli  studenti e del personale scolastico dell’IPSIA e dell’ITIS di Teramo in tema di edilizia scolastica. “La scuola va fatta in ambienti adeguati, in aule funzionali, in laboratori attrezzati e fruibili, in palestre a norma. Purtroppo ciò accade in poche situazioni. Spesso si lascia tutto al caso e alla buona volontà dei dirigenti, dei docenti e del personale ATA delle scuole. Non è così che si garantisce una scuola pubblica di qualità nel nostro territorio. Ma gli studenti nell’IPSIA e dell’ITIS non sono gli unici a subire i problemi derivanti soprattutto dall’inerzia di molti EE.LL. ma anche dalla mancanza di programmazione dell’offerta formativa territoriale che tenga conto dello stato degli edifici scolastici, degli spazi necessari per fare scuola e delle relazioni necessarie tra i diversi soggetti coinvolti”, si legge in una nota dell’organizzazione sindacale di categoria.

“Prendiamo il caso di un altro Istituto di Istruzione Superiore di Teramo il  Pascal-Comi-Forti. Si tratta di un importante istituto tecnico. Ma è anche uno degli istituti superiori più danneggiati dal terremoto – incalza Flc Cgil – destinatario dell’assegnazione di un importante finanziamento, totalmente dimenticato dall’Amministrazione Provinciale, stivato dal 2016 negli spazi residuali di un cantiere transennato, con pochissime aule utilizzabili e 2 soli laboratori, e negli ultimi tempi bacino di mercato per la rimessa in efficienza di aule da destinare ad altri alunni dimenticati e mortificati come quelli del Pascal-Comi-Forti, ma collocati dall’altra parte della città. Tra gli alunni di questa scuola molti sono pendolari; anche la loro  offerta formativa in questi anni è stata impoverita. Si tratta di una scuola che, come tutti gli istituti tecnici, intercetta una richiesta formativa importante per tutti coloro che non proseguono gli studi in ambito universitario, e indispensabile per la qualità del sistema produttivo territoriale. Purtroppo, anche la mancanza di una dirigenza titolare, essendo stata la scuola in reggenza, non ha aiutato a dare  continuità al progetto formativo comportando, insieme ad altre cause, un forte ridimensionamento di questo istituto tecnico. Il destino del plesso ‘Forti’ ne è una chiara dimostrazione”.

“In queste condizioni è molto difficile attirare negli adolescenti l’interesse  e la motivazione ad iscriversi, pur essendo potenzialmente idonei ai  percorsi formativi tecnici proposti. C’è bisogno di programmare l’offerta formativa nella provincia che parta da edifici funzionali e a norma, ne realizzi di nuovi, eviti competizioni e duplicazioni tra istituti, dia agli studenti e alle studentesse il tempo scuola necessario per diventare cittadini e cittadine consapevoli e formati nelle diverse aree disciplinari, faccia dialogare, in maniera sinergica, la scuola con il mondo produttivo. La politica degli annunci non li aiuta”, conclude il sindacato.