PESCARA – Un sistema innovativo, che contribuisce a riprodurre all’interno delle incubatrici le condizioni intrauterine, anche ascoltando il suono della voce materna per i neonati prematuri ricoverati in terapia intensiva. Nel reparto di neonatologia dell’ospedale di Pescara è entrato in funzione il MAMI VOiCE – finora in uso solo in alcuni ospedali della Lombardia, Emilia-Romagna, Campania, Sardegna, oltre che a Betlemme – un apparecchio ideato e brevettato dall’architetto bresciano Alfredo Bigogno, donato al Santo Spirito dall’associazione “L’abbraccio dei prematuri”, che opera all’interno del nosocomio. Alla cerimonia è intervenuta l’assessore alla Salute, Nicoletta Verì, accolta dal primario Susanna Di Valerio. Il MAMI VOiCE è stato già sperimentato agli Spedali Riuniti di Brescia, dove è stato dimostrato che il suono riprodotto dall’apparecchio (che viene impiegato, nel corso della giornata, per un intervallo di tempo prestabilito dai medici ed è quindi utilizzabile su più incubatrici) riduce lo stress per il neonato durante le manovre cliniche a cui viene sottoposto, come in occasione dei prelievi. La registrazione della voce della mamma, o di altri suoni ritenuti utili, avviene con una semplice applicazione scaricabile sul cellulare. Il file viene poi convertito in onde sonore (non ci sono altoparlanti), che dall’esterno della termoculla raggiungono il bambino, replicando quanto avviene quando il piccolo non è ancora nato. “E’ un’innovazione – ha commentato l’assessore – che contribuisce ad aumentare ancor di più il già alto livello di assistenza della neonatologia e della terapia intensiva neonatale dell’ospedale di Pescara, ponendoci tra i primissimi presidi in Italia ad aver adottato questo sistema. Voglio ringraziare sia l’associazione ‘L’abbraccio dei prematuri’, sia tutti gli operatori del reparto, per quello che hanno fatto, stanno facendo e faranno per i piccoli pazienti e per i loro genitori, in un momento così delicato nella vita di una famiglia”. La Di Valerio ha sottolineato l’efficacia di un sistema che riduce il trauma del distacco tra la mamma e il bambino nato prematuro, reso ancora più grave dalla necessità del ricovero in incubatrice. Un progetto che va ad aggiungersi alla possibilità di accesso H24 (dallo scorso 18 agosto) alla terapia intensiva neonatale da parte dei genitori, primo esempio in Abruzzo e buona pratica a livello nazionale. (REGFLASH)