Prima di ogni valutazione sulla seconda sconfitta esterna del Teramo in due gare, un grande applauso ai tifosi biancorossi al seguito: belli, rumorosi e numerosi. Una bella favola che è solo all’inizio e che che dovrà continuare ad essere raccontata nel tempo, magari con le necessarie soddisfazioni che dovranno pur arrivare.
Il risultato di 2-0 per l’Avellino? Ci sta, anche se il Teramo recrimina per aver fallito due volte lo 0-1, per essersi visto negare un probabile rigore sempre sullo 0-0 e per aver dovuto poi patire la stupidissima espulsione di Cianci alla mezz’ora del primo tempo, un minuto dopo aver subito la rete irpina. Gara compromessa, quindi, già ad un terzo dall’inizio: è stato troppo penalizzante, anche per i biancorossi, soprattutto di questo inizio di campionato. Resta, però, un dubbio tattico, emerso già a Catanzaro: non si recuperano palloni in mezzo, dove mai si fa argine, insomma. Se la palla è in tuo possesso, la qualità emerge, ma se è in possesso degli avversari, difficilmente diventa tua. E poi si aspetta sempre una condizione accettabile da più di un atleta: Tentardini, ad esempio, ci sembra essere molto più in palla di Di Matteo. Ma veniamo alla gara.
Il Teramo che deve rinunciare agli indisponibili Costa Ferreira. Lewandowski, Minelli, Soprano e Speranza (che andrà via), schiera una difesa con Tomei, Cancellotti e Di Matteo esterni, Cristini e Piacentini centrali, una linea di mediana con Santoro, Arrigoni e Bombagi: Mungo agisce dietro alle punte Cianci e Magnaghi ma è chiaro che siamo dinanzi a giocatori duttili, che dovrebbero essere pronti a fare densità e “numero” anche in mediana: è questo, in fondo, il credo calcistico di Bruno Tedino. Nell’Avellino destava interesse la presenza dell’ex Di Paolantonio prima della gara: alla fine confermerà d’essere il buon giocatore che ricordavamo, tra i migliori in campo.
Pronti via ed il Teramo si butta subito in avanti: colpo di testa di Cristini (1°) da punizione di Bombagi con la palla che è colpita male. Al 10° è Cianci che ha sulla testa il pallone per sbloccare la partita (splendido l’assist di Arrigoni), ma lo devia lentamente e per Abibi è agevole l’intervento. Al 13° primo giallo della gara a Bombagi che commette un inutile fallo in mediana. Un minuto più tardi potrebbe starci il rigore per i biancorossi, se l’arbitro vedesse il fallo di mano di Morero su incursione di Cianci da sx. L’Avellino gioca di rimessa ma dà sempre l’impressione di avere a disposizione qualche metro di troppo: al 21° ed al 24° Tomei si supera due volte, su conclusioni dalla distanza dell’ex Di Paolantonio, deviando in angolo, prima a destra e poi a sinistra. L’Avellino prende coraggio ed il Teramo lo smarrisce, ma al 24° ha la palla per passare in vantaggio su una triangolazione Mungo–Di Matteo che va al cross; Cianci la gira a volo di sinistro ma Abibi c’è ancora e respinge con un pizzico di casualità. La cosa peggiore che poteva capitare ai biancorossi (ma al peggio non c’è mai fine…) si consuma al 29°, con la rete di Micovschi, che la mette dentro sbucando dalla destra su un cross spiovente dall’altra parte. La difesa biancorossa non è affatto esente da responsabilità. Palla al centro e Cianci, (paradossalmente il più vivace) guadagnandosi una punizione dal limite, da il là una mezza rissa: pare ci sia stata una reazione ad un fallo subito. L’arbitro estrae direttamente il rosso ed il Teramo resta pure in 10! Prima del riposo due punizioni dal limite per i biancorossi: con Bombagi al 32° che impegna Abibi nella respinta in tuffo e con Arrigoni al 40°, con la palla che termina sul fondo. Al riposo è 1-0.
Nella ripresa Tedino butta nella mischia Lasik e Martignago per Santoro (malino) e Mungo (malissimo): ha del clamoroso l’errore dello stesso Martignago al 12°, dagli sviluppi di un corner calciato da Lasik. La palla passa e tra le gambe di più di un calciatore e l’ex Albissola si trova dinanzi alla porta, solissimo, a non più di 8 metri: calcia alto il facile 1-1! Intanto l’Avellino continua a giocare di rimessa, ma fa quasi sempre male: al 24° Di Paolantonio smarca Silvestri che, defilato a sinistra, tira alto. L’azione, identica, si ripeterà quattro minuti più tardi: contropiede impostato da Micovschi per Di Paolantonio e da questi al neo entrato Karic: conclusione vincente, stavolta. sul palo lungo. Tomei nulla può. E’ il goal del 2-0 che chiude la partita. A nulla servirà l’ingresso di Ilari per Arrigoni (meglio che a Catanzaro, l’ex leccese).
Senza ricordare che l’Avellino non è squadra di prima fascia e che ha un budget lontanissimo da quello biancorosso, resta la strana prestazione in una partita iniziata benino ma nel corso della quale sono emerse, con chiarezza, determinate difficoltà tattiche, nelle ripartenze avversarie. Abbiamo già detto di un interdittore che non c’è e che (forse…) manca, ma è chiaro che, rimanendo elevatissimo il tasso tecnico dell’organico biancorosso e nel prendere atto del grado di soddisfazione complessivo ribadito dallo stesso Bruno Tedino prima della partenza per l’Irpinia, bisogna continuare ad avere pazienza. E fiducia.