Definito il cartellone delle squadre finaliste dei Mondiali studenteschi di tennis in programma fino a sabato 8 giugno a Castel di Sangro. Si sono appena conclusi gli ultimi impegni di qualificazione che hanno definito il cartellone delle 8 migliori formazioni presenti. A guadagnare l’accesso alle fasi finali per la rappresentativa maschile: Italia 1, Francia, Chinese Taipei, Australia, Cina, Inghilterra, Turchia e Germania che da domani si giocheranno un posto d’onore per la graduatoria finale. Ad accedere alle finali per le donne sono state invece: Turchia, Paesi bassi, Inghilterra e Chinese Taipei. Insomma, da domani si farà sul serio. Intanto, è già tempo di bilanci. A tracciarne uno è Andrea Del Pin, sardo, ex presidente Isf.
Andrea Del Pin, presidente emerito dell’International School Sport Federation, ha seguito con particolare attenzione, passo dopo passo, lo svolgimento dei mondiali studenteschi di tennis di stanza a Castel di Sangro per tutta la settimana che va dal 2 al 9 giugno. Un evento che ha portato nella bella cittadina dell’Alto Sangro circa 200 studenti provenienti da 4 continenti per un autentico crogiuolo di idee, lingue, cibi, tradizioni e culture non così facili da vedere. Andrea Del Pin è un importante dirigente sportivo, con i piedi ben piantati nella scuola, un uomo di sport con un’esperienza grande così e che , anche all’Estero, tutti ci invidiano. Così, tra un pensiero di apprezzamento verso i vertici della scuola abruzzese, una riflessione sul valore della scuola e dello sport nel mondo e un bilancio su quello che il futuro potrebbe riservare a questi mondi la sua statura emerge in tutta la sua luminosità.
Allora Signor Del Pin, proviamo a fare un primo bilancio sulla manifestazione e sul suo valore educativo?
“Questa per me credo sia forse la quarantesima manifestazione internazionale a cui partecipo in diversi ruoli. Come tutte le altre che abbiamo fatto in Italia, devo dire che c’è sempre quel valore in più che è la bellezza e la spontaneità della gente. Rispetto a tante altre manifestazioni all’estero ho potuto verificare che ancora una volta gli studenti e le scuole sono davvero coinvolti in questa esperienza come guide, come giornalisti, come media ma, anche, semplicemente lavoratori a supporto dell’evento. Gli insegnanti, ad esempio, per la cena ufficiale, nella serata di Gala, insieme agli studenti dell’ Istituto Alberghiero hanno offerto un servizio di altissima qualità. Per capirci: il contesto di questo evento è che la scuola è sicuramente presente. Talvolta in altre manifestazioni è capitato che c’era molto di tecnico e federale e un po’ meno di scuola e, da questo punto di vista, sono felicissimo perché lo spirito dell’ ISF è quello di far una manifestazione agonistica di alto livello ma, dove, deve essere predominante la componente scolastica. In questo senso, Antonio Passacantando ha maturato un’esperienza incredibile: lui ha già fatto i mondiali di sci, ha fatto tante finali nazionali, ha partecipato come capodelegazione all’estero diverse volte, insomma lui e la sua squadra sono una garanzia per qualunque tipo di manifestazione ”.
Ci può spiegare cos è l’ISF e di cosa si occupa?
“ La Federazione Internazionale dello Sport Scolastico è nata nel 1972 ed era iniziata come un gruppo di ministeri dell’Istruzione Europei, specialmente quelli che stavano intorno alle Alpi, perché si cominciò proprio con i giochi delle Alpi. Da allora è stata fatta un’assemblea fondativa dell’ISF. Oggi opera più di 110 Paesi del Mondo di tutti i Continenti e succede che, per lo più in ogni Paese, chi vince il titolo Nazionale di un determinato sport delle Scuole Superiori viene ammesso a partecipare alle attività e finali internazionali. Vengono fatte ogni due anni, gli sport sono tanti e ogni anno c’è qualche finale Mondiale, però lo stesso sport non viene ripetuto tutti gli anni ma ogni due . Per questo motivo c’è sempre la possibilità che una Nazione possa avere 6,7,8 scolaresche che hanno vinto il titolo Italiano e che partecipano ai Mondiali ”.
Secondo lei, quali sono gli aspetti più importanti dell’evento?
“ Dobbiamo riuscire a garantire un torneo sportivo di alto livello ma sempre con la componente fondamentale scolastica e lo dimostra il fatto che, mentre ad esempio, a livello di comitato olimpico internazionale, le gare si fanno sempre con selezioni nazionali, nell’ISF quasi tutte le nostre manifestazioni sono riservate alla singola scuola che ha vinto il titolo nazionale e, quindi, c’è una fidelizzazione nel nome della propria scuola che è ben diversa da quella che può essere se fosse una selezione nazionale ”.
Qual è la sua opinione riguardo il livello tecnico dei ragazzi delle varie delegazioni partecipanti?
“Nel caso specifico del tennis io non sono un grande esperto ma, a sentire gli esperti ci sono certamente 4 o 5 Nazioni che hanno degli studenti di alto livello. Bisogna tener conto che in tutte le manifestazioni di dieci/quindici anni fa dell’ISF hanno partecipato ragazzi che, poi, nel nuoto, nell’atletica, nel tennis e in tutti gli altri sport sono arrivati a vincere Campionati Mondiali o Europei. È comunque una selezione “naturale” che motiva molto i ragazzi che si ritrovano per la prima volta in vita loro in un contesto Internazionale super motivato, continuando a dare sempre il meglio di sé”.
L’organizzazione ha soddisfatto le sue aspettative?
“ Sicuramente sì, quando ci si affida ad un professionista come Antonio Passacantando sorprese non ce ne sono. Lui ha esperienza, competenza e capacità organizzative che ti mette sempre al riparo da imprevisti e figuracce. Passando all’aspetto più strettamente formativo, che è quello che a me piace devo confessare che, quando ero presidente all’ISF, pretendevo che la componente educativa fosse tenuta molto di più in considerazione che l’agonistica. Ad esempio: se una scuola, che partecipa ad una manifestazione, si rifiuta di fare la gita scolastica, si rifiuta di partecipare a qualunque evento non agonistico, viene squalificata. Può anche aver vinto la coppa, ma se le componenti educative non vengono rispettate diventa assolutamente penalizzante per la squadra. In più nell’ISF c’è il premio Fair Play, che è fondamentale rispetto a tutti gli altri ”.
Secondo lei, la sede dei Campionati Mondiali in Abruzzo e , segnatamente, qui a Castel di Sangro, è stata una buona idea ?
“ Certamente sì, ma non è la prima volta , noi a L’Aquila abbiamo già avuto nel 2016, i Mondiali di Sci ed anche in quel caso è stata una cosa eccezionale, anche perché L’Aquila mostrava ancora le ferite del terremoto. Castel di Sangro è, allo stesso modo, un contesto eccezionale perché il clima è quello giusto: non fa troppo caldo, né troppo freddo e abbiamo avuto anche la fortuna esagerata di non avere pioggia. Inoltre qui tutto il territorio è un parco, quindi, come ci si muove si può ammirare la bellezza della natura, insomma una vita genuina che fa molto piacere se abbinata all’attività sportiva. Non va poi trascurato che qui ci sono impianti sportivi sono di altissimo livello ”.
Questa manifestazione, secondo lei, può aver mostrato al mondo un’immagine positiva e migliore dell’Abruzzo rispetto a tutti gli eventi negativi che l’hanno caratterizzata negli ultimi anni?
“Certo, io sono italiano e sono di parte ma la mia funzione è Internazionale e, quindi, posso tranquillamente dire di sì ”.
Qual è, secondo lei, il’aspetto da rimarcare del binomio Sport-Scuola?
“ Il risultato migliore è che, questi ragazzi che si sentono “Campioncini” e che vengono per fare i semi-professionisti, quando hanno avanti una proposta riguardante il fare una performance culturale, turistica, mettersi a ballare, metterci la faccia, lo fanno e ciò non è da tutti. Questi ragazzi hanno percepito il fatto che, grazie a queste attività, si socializza molto di più e molto più in fretta di quanto non succederebbe quando gli avversari sono nemici e non sono colleghi ” .