TERAMO – Il Sindaco Gianguido D’Alberto, questa mattina, ha portato il suo saluto, anche in qualità di Presidente regionale ANCI, al convegno “Con i giovani protagonisti nella storia. Gli adolescenti e il patto educativo e inter-generazionale”, organizzato dalla Diocesi di Teramo-Atri, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per l’Abruzzo, nel quadro della IV Veglia Mariana Internazionale dei Giovani.
Al convegno hanno partecipato autorevoli studiosi del mondo dell’adolescenza, tra cui il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e Monsignor Vincenzo Zani, Segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica.
Il Sindaco ha centrato il suo intervento sottolineando come il patto educativo non possa prescindere dal ruolo fondamentale delle istituzioni e, tra queste, dei Sindaci che costituiscono un punto di riferimento fondamentale, anche al di là delle competenze istituzionali, per affrontare le difficoltà del nostro tempo.
“L’incertezza e il rischio di disorientamento – ha sottolineato il Sindaco di Teramo – ci impongono di sederci attorno ad un tavolo e costruire il villaggio educativo di cui Papa Francesco ci ha parlato, attraverso un patto che vada al di là dell’aspetto legato alla didattica e alla formazione, perché deve coinvolgere la vita sociale per intero”. Per D’Alberto, il sistema scolastico è straordinario perché ancora una volta ha dimostrato di riuscire a resistere e a riadattarsi garantendo il diritto all’istruzione, ma la pandemia ha portato a valorizzare alcuni assunti fondamentali con una prospettiva più ampia, che naturalmente coinvolga tale sistema ma non in forma esclusiva.
Quindi Gianguido D’Alberto ha focalizzato l’intervento sul tema che la pandemia ha fatto emergere con evidenza: quello dei diritti. “Il presente ha modificato la percezione della realtà, con la conseguenza che, ad esempio, si è compreso sempre più che nessun diritto va dato per scontato e non può prescindere da quello dell’altro, perché nessuno si salva da solo, come Papa Francesco ci ricorda; e il diritto dell’altro dipende da come noi esercitiamo i nostri diritti”.
In questo senso proprio la questione della tutela della salute ha lanciato implicitamente in questa fase un messaggio fondante che ben si attaglia all’argomento del convegno: “Il patto educativo si regge sulla solidarietà vera; esso consente di costruire una rete della quale tutti dobbiamo far parte, comprese le famiglie in cui l’educazione va al di la delle categorie anagrafiche; penso ad esempio – ha concluso il Presidente regionale ANCI – ai bambini dello 0/6 anni, che vanno considerati fin da subito cittadini della comunità; per essi va innanzitutto dimensionato il patto educativo, perché, a pensarci bene, più che il futuro che spesso si evoca quando si parla di loro, questi bambini rappresentano già il nostro presente”.