Il WWF Abruzzo evidenzia che con i soldi dei cittadini abruzzesi si acquista e si ristruttura anche la sede di Federcaccia, mentre il Centro Recupero della Fauna Selvatica di Pescara non riceve i fondi previsti per legge
Con la pubblicazione sul Bollettino Regionale delle Disposizioni finanziarie per la redazione del Bilancio di previsione finanziario 2024- 2026 della Regione Abruzzo (Legge di stabilità regionale 2024), sono stati pubblicati gli elenchi degli enti e delle associazioni che, a vario titolo, hanno ottenuto un contributo a fondo perduto.
Spiccano tra queste associazioni quelle venatorie che complessivamente hanno ricevuto ben 115.000 euro.
Queste, nel dettaglio, le prebende alle associazioni venatorie abruzzesi:
- Associazione Nazionale Libera Caccia – Sezione provinciale L’Aquila euro 10.000
- Associazione Italcaccia – Sezione provinciale di Pescara euro 5.000
- Federazione Italiana della Caccia – Sezione provinciale di Chieti euro 100.000
Le motivazione dei contributi sono diverse, si va da contributo straordinario per le spese di funzionamento per la Liberacaccia, al contributo per le attività associative e le spese di funzionamento per l’Italcaccia fino al arrivare addirittura al contributo per l’acquisto e ristrutturazione di una sede e di veicoli per vigilanza e attrezzature per la Federcaccia.
“Quello che sconcerta – sottolinea Filomena Ricci, delegata del WWF Abruzzo – è che il governo regionale abruzzese ha deciso di finanziare con danaro pubblico Associazioni che nascono per tutelare gli interessi dei cacciatori e sicuramente non quelli della comunità intera come l’ambiente e la fauna a scapito di altri enti pubblici come il benemerito Centro Recupero della Fauna Selvatica (CRAS) di Pescara che da anni rappresenta l’unico riferimento per l’Abruzzo per il soccorso ed il recupero degli animali protetti”.
Nella stessa Legge di stabilità regionale 2024 è indicato che le provvidenze annuali in favore del Centro Recupero della Fauna Selvatica sono pari a zero, nonostante due normative regionali ne prevedano il finanziamento annuale da parte della Regione Abruzzo. Inoltre, in Abruzzo manca una rete che organizzi il sistema per il primo intervento, la raccolta, il trasporto e la consegna al Centro Recupero.
“Tutto questo – conclude Filomena Ricci – avviene nonostante l’opinione pubblica e anche la giurisprudenza abbiano acclarato che l’interesse alla caccia non debba prevalere rispetto all’esigenza della tutela della fauna selvatica”.