Il malcontento cresce a Silvi: tra promesse mancate e opere ferme

SILVI – Nel territorio di Silvi c’è una cosa che cresce ogni giorno: il malcontento popolare. I cittadini subiscono quotidianamente le conseguenze di una gestione distante dalle promesse elettorali, traducendosi in problemi concreti e urgenti. Gli obiettivi della campagna elettorale, che parlavano di rilancio economico, sviluppo turistico e miglioramento della qualità della vita, sembrano oggi molto lontani.
A distanza di tempo, la realtà è ben diversa: cantieri fermi o inesistenti, interventi promessi mai iniziati e una gestione del territorio priva di una reale programmazione. Questa paralisi è sintomo di un’amministrazione assente e autoreferenziale, dove si iniziano a intravedere tensioni politiche interne finalizzate solo alla conservazione del potere a discapito dei cittadini.
Sulla carta tutto appare perfetto, ma all’orizzonte emergono i problemi: i lavori della passeggiata sul lungomare, il completamento di una pista ciclabile già inefficiente nei tratti dove è stata realizzata, il sottopassaggio tra la SS16 e via della Repubblica, e il “Villaggio del fanciullo”. Tutte opere annunciate, finanziate con fondi PNRR e PINQUA, ma ancora ferme. Marzo 2026 segna la scadenza di questi fondi, eppure non si vede nemmeno la posa della prima pietra. Con l’estate alle porte, i disagi per cittadini e turisti rischiano di diventare insostenibili. La fretta di rispettare le scadenze, poi, potrebbe tradursi in lavori qualitativamente discutibili.
Un’altra emergenza è la crisi idrica, aggravata la scorsa estate e ancora senza soluzioni concrete. Tra lavori in corso e scarsità d’acqua, a pagarne il prezzo più alto sarà il turismo, unica risorsa economica locale rimasta, mentre fabbriche e attività artigianali continuano ad abbandonare Silvi.
Il patrimonio naturale e culturale di Silvi subisce una preoccupante trascuratezza da parte dell’amministrazione, con conseguenze negative sull’identità del territorio. Il demanio marittimo è minacciato da interventi inadeguati, come la costruzione di pennelli che aggravano l’erosione costiera, alterando irrimediabilmente il paesaggio storico e mettendo a rischio l’economia balneare locale. A fronte di questa grave situazione, i finanziamenti regionali destinati a Silvi per contrastare l’erosione costiera sono stati inferiori alle aspettative, coprendo meno della metà del fabbisogno previsto.
Un altro simbolo di Silvi, i pini che caratterizzano il lungomare e il borgo antico, vengono abbattuti senza un adeguato programma di nuove piantumazioni, causando un’ulteriore perdita di identità paesaggistica.
Infine, i fondi Bellezz@, inizialmente destinati al recupero del “Villaggio del fanciullo”, un importante elemento del patrimonio culturale e dello spirito comunitario di Silvi, sono stati definanziati, privando la comunità di un’opportunità di riqualificazione.

Nel sociale, la situazione degli alloggi ERP è preoccupante: quelli a Pianacce dovrebbero essere ricostruiti, mentre quelli a Silvi Marina restano incompleti, lasciando gli abitanti in condizioni precarie. Nel frattempo, le periferie e le frazioni dell’entroterra sono abbandonate a se stesse, con strade comunali e provinciali sempre più degradate.
Tra le promesse mai realizzate: la cittadinanza è in attesa della riqualificazione e messa in sicurezza di piazza Indipendenza a Pianacce, un piano di illuminazione pubblica che lascia intere strade o quartieri al buio, la realizzazione di sottoservizi nelle zone collinari, un centro polifunzionale mai progettato e persino un approdo turistico che rimane solo un’illusione.
Altri progetti annunciati includono interventi di manutenzione idrogeologica, il recupero di scuole abbandonate come la vecchia sede della “Giovanni Pascoli”, e la costruzione di un anfiteatro a Silvi Paese. Si parlava anche di potenziare la polizia locale, migliorare la videosorveglianza e rafforzare i trasporti pubblici per collegare meglio le frazioni.
Non mancano poi le ambizioni “futuristiche”: un piano per nuove imprese, il collegamento con Pescara tramite la linea urbana 2\ green bus, e perfino un mercato coperto.
In un contesto di promesse disattese e interventi inesistenti, i cittadini si chiedono: “Che fine hanno fatto?”. Forse basterebbe un segnale concreto, come riparare una strada dissestata o accendere una luce in una via buia. Perché qui, dove le parole volano via come polvere al vento, il cambiamento resta solo un miraggio.

Consiglieri di Opposizione:
Giuseppe Gentile
Antonio Di Blasio
Vito Partipilo
Claudia Cameli
Dino Cipriani