TERAMO – A quante branche della vita e della ricerca potremmo pensare ad una musica applicata? Dalla musica da film che cattura l’essenza di un’emozione in un’istantanea sonora, ai dj set che segnano il battito pulsante della nightlife globale, la musica è un linguaggio che attraversa ogni angolo della nostra esistenza. Non solo soundtrack che ci accompagnano nei film di Hollywood, ma anche nella strada che ci conduce a un appuntamento o in un club dove il remix delle hit pop diventa il sottofondo di nuove storie. La musica modella stili di vita: pensiamo all’indie che racconta amori non vissuti a pieno tra le luci frenetiche delle città all’ora dello spritz, o al rock, dove i motori ruggenti si fondono con il riff di chitarra, o ancora al blues che inizia con un “whiskey” sussurrato. E in un mondo che si fa sempre più attento ai temi ambientali, quale sarebbe la musica più idonea per descrivere la scienza?

A questo interrogativo sta cercando di rispondere il Dipartimento di Nuove Tecnologie del Conservatorio “G. Braga” di Teramo, che ha avviato un progetto innovativo per esplorare il linguaggio scientifico attraverso la musica. Un gruppo di studenti, guidato da esperti del settore, si sta dedicando a tradurre in suono i dati provenienti dai fondali marini, dalle correnti oceaniche e dai rilevamenti sismici, creando così una nuova forma di comunicazione che rende tangibili e comprensibili temi complessi, anche per un pubblico meno esperto. Il Direttore del Conservatorio di Teramo, M° Federico Paci ha infatti approvato una convenzione con un partner tanto insolito per il settore musicale quanto affascinante: l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), che da anni è capofila della World Oceans Day. Per l’edizione 2025, la Giornata Mondiale degli Oceani si svolgerà nelle giornate del 6, 7 e 8 giugno a Napoli, avrà luogo nel suggestivo Castel Nuovo, edificio del XIII secolo, e vedrà il coinvolgimento attivo degli studenti del Conservatorio in performance artistiche e installazioni sonore ispirate ai dati scientifici raccolti dall’INGV che vertono su segnali delle correnti marine captati da idrofoni e sismografi posizionati da decenni nei fondali del Mar Ionio, su una superficie di più di 40 km2.

A rappresentare questa collaborazione è Nadia Lo Bue, ricercatrice presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), specializzata in oceanografia fisica. Lavora nel Dipartimento Ambientale dell’INGV, focalizzandosi sull’analisi di dati oceanografici raccolti tramite osservatori multidisciplinari profondi e studiati da strumenti come MATLAB, C++ e GMT. Ha lanciato al Conservatorio una sfida, quella di impegnarsi a sostenere la scienza con la musica mediante la realizzazione di “isole sonore”, veri e propri hub di conoscenza e divulgazione, che offriranno esperienze sensoriali per il pubblico e che lo aiutino a decifrare i dati sull’andamento oceanografico degli ultimi anni, apprezzandone la bellezza, l’importanza e la sua salvaguardia. Attraverso installazioni immersive e performance interattive, il progetto si propone di rendere tangibili le informazioni scientifiche sui fenomeni marini e sismici, trasformando i dati in musica e suoni comprensibili a tutti. Uno degli elementi più innovativi è il coinvolgimento di tecnologie di bioacustica e il riferimento ai cavi sottomarini, come quello che attraversa il Mar Ionio, impiegato per il monitoraggio dei movimenti tettonici e delle variazioni ambientali negli oceani. Durante queste giornate all’insegna del Grande Blu, gli studenti del Conservatorio contribuiranno a mettere in luce le connessioni tra arte e scienza, offrendo al pubblico una prospettiva innovativa sulla divulgazione ambientale.

Il Dipartimento di Nuove Tecnologie, sotto la direzione del M° Stefano Lelii, è composto da professionisti che formano gli studenti in due curricula, Tecnico del Suono e Musica Elettronica, con l’obiettivo di offrire ai giovani una preparazione a 360 gradi nel campo delle tecnologie applicate alla musica, con un’attenzione specifica alle potenzialità creative dell’IA. Come spiega Lelii: “L’intento non è solo quello di formare musicisti, ma di preparare giovani professionisti capaci di operare in un mercato del lavoro che richiede competenze trasversali e una visione aperta all’innovazione”.

Nel corso dei tre anni da cui il Dipartimento è attivo, esso ha contribuito alla crescita dei suoi studenti fornendo loro sbocchi professionali in settori che vanno oltre il tradizionale ambito musicale. Tra le opportunità che gli studenti possono esplorare ci sono: produzione musicale, sound design per il cinema e i videogiochi, installazioni multimediali, composizione elettronica, tecnica del suono per concerti dal vivo e performance artistiche, oltre alla possibilità di operare come freelance nella creazione di contenuti audio e video o come producers, anche oltreoceano, come la tecnologia permette. “Non vogliamo che i nostri studenti pensino solo al lavoro da concertista, ma che siano pronti a esplorare il vasto mondo delle professioni digitali legate alla musica e alle nuove tecnologie” afferma Lelii. Il M° Simone Pappalardo, esperto di sound art ed esplorazione degli spazi attraverso l’elettroacustica, dimostra come la musica elettronica e la tecnologia possano essere strumenti fondamentali per aprirsi a molteplici scenari sperimentali e relazionali. Pratiche di conduction pongono al centro di un ensemble dalle sonorità che vertono dalle acustiche alle elettroniche. Il M° Valentino Corvino, direttore d’orchestra che lavora molto anche sulla musica applicata, aggiunge: “Il nostro dipartimento prepara gli studenti a un futuro in cui le tecnologie evolvono rapidamente. Essere in grado di utilizzare software e hardware per creare esperienze sonore nuove ed emozionanti è una competenza che apre porte in tantissimi ambiti, dalla pubblicità alla ricerca scientifica”. Secondo il M° Stefano Lelii, “Il Dipartimento di Nuove Tecnologie non si limita a formare compositori e sound designer, ma apre le porte a nuove figure professionali come produttori musicali, sviluppatori di esperienze sonore interattive e specialisti nell’integrazione dell’intelligenza artificiale nella creazione musicale.” Le competenze acquisite dagli studenti possono trovare applicazione in molteplici ambiti, dall’industria dell’intrattenimento alla ricerca scientifica, passando per la produzione di colonne sonore, l’ambient sound design e persino il marketing sensoriale. “La musica non è solo espressione artistica, ma anche un potente strumento di comunicazione e interazione con il mondo che ci circonda”, conclude Lelii, sottolineando l’importanza di una formazione che sappia coniugare creatività e innovazione tecnologica.

Il Dipartimento ha recentemente partecipato alla rassegna Amami Teatro promossa dal Teatro Marrucino di Chieti, dove, nel dicembre 2024, il Conservatorio “G. Braga” ha avuto a disposizione 24 ore di programmazione per realizzare convegni, concerti e performances.

Il Dipartimento si conferma così un centro culturale, un incubatore di conoscenze e competenze artistiche, una vera e propria fucina per le arti, contribuendo allo sviluppo di nuovi linguaggi espressivi, come, peraltro, conferma la dicitura del ciclo di dottorato che sta ospitando, dal nome di Culture, pratiche e nuovi linguaggi della Musica e delle Arti performative. La partecipazione attiva di dottorandi e studenti del Conservatorio, con il possibile coinvolgimento di studenti del DISCRAM (Corso di Diploma Accademico di I livello in Discipline storiche, critiche e analitiche della musica del Conservatorio “G. Braga”), sarà una risorsa in più, versatile e didatticamente stimolante, oltre che intrinseca di eccellente creatività artistica, per la World Oceans Day.

Quindi, che tipo di soundtrack è funzionale allo studio di vulcani, oceani e croste terrestri? Che cosa accende per la prima volta o riaccende nelle persone il desiderio di informarsi di temi ambientali, cogliere la preziosità e l’impatto virtuoso dei variegati ecosistemi, se non proprio la musica, la sperimentazione acustica e la creatività applicata alla scienza? Avrete tre giornate di WOD per scoprirlo – Serena Carapellese (PhD student), Conservatorio Statale di Musica “Gaetano Braga”